In occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS, l’associazione di volontariato Acos illustra con il seguente comunicato le proprie attività di informazione per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, in particolare HIV, epatite e papilloma virus, ma anche per una corretta pianificazione delle gravidanze.
Nel Report nazionale inviato all’Onu dall’Italia quest’anno, si ammette che nel nostro Paese non si sono mai fatti, negli ultimi anni e non solo, programmi di promozione dell’uso dei preservativi in alcuna popolazione, né campagne dirette a particolari categorie di persone, o alle lavoratrici e ai lavoratori del sesso, anche solo informative. Se i dati sulla diffusione dell’HIV a livello mondiale mostrano una riduzione della diffusione del numero di persone infette, dovuto soprattutto alla limitazione dei casi di trasmissione tra madre e figlio nei Paesi in Via di sviluppo, in realtà illustra una situazione per niente incoraggiante nei Paesi sviluppati: l’epidemia continua e riguarda persone eterosessuali molto giovani. (Fonti: associazione Lila www.lila.it; Campagna Mondiale contro l’AIDS: www.worldaidscampaign.org)
Si chiama Xenia, da Xenos, straniero ma è anche un nome di donna diffuso nei Paesi dell’est europeo. È il nome che i volontari dell’associazione Acos hanno scelto di dare al progetto che hanno svolto fra il 2009 e il 2010 grazie al contributo della Fondazione Banco di Sardegna.
Il progetto, che ha appena iniziato il secondo anno di attività, ricevendo il cofinanziamento della Regione Sardegna, ha permesso ai volontari dell’Associazione di raggiungere alcuni importanti obiettivi per la salute delle donne straniere che si prostituisconoe, in particolare, per offrire un’informazione efficace finalizzata alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e delle gravidanze non pianificate.
L’idea dei volontari è nata dall’esperienza sviluppata a diretto contatto con le donne straniere vittime di tratta, costrette a prostituirsi nelle strade di periferia della città di Sassari. Dal 2005 i volontari dell’Unità di Strada – così si chiama questo nucleo di operatori sociali specializzati – percorrono una volta alla settimana le strade di Predda Niedda e dintorni, fermandosi a parlare con le donne e i transgender stranieri, offrendo loro ascolto e informazioni con la finalità di costruire nel tempo un rapporto di fiducia. In seguito all’attività, continua e attenta, svolta per diversi anni, alcuni bisogni e richieste espressi dalle donne incontrate si sono fatti sempre più chiari. Le richieste formulate più spesso dalle donne incontrate sono state quelle di essere accompagnate da un medico, di poter avere la tessera sanitaria (quella per gli stranieri temporaneamente presenti si chiama STP, per l’appunto) e di poter conoscere il proprio stato di salute attraverso analisi e visite specialistiche.
L’associazione ha cercato di dare una risposta efficace, offrendo alle donne contattate informazioni in lingua inglese e spagnola (di recente anche in lingue slave, grazie alla collaborazione di un volontario straniero) ed organizzando accompagnamenti ai servizi socio-sanitari mediante l’attività di operatori volontari qualificati. A partire dal 2009 si è deciso di passare da un’attività basata sul volontariato ad un’attività più stabile e continua, garantita dalla presenza costante e qualificata di un’educatrice professionale, assunta grazie ai fondi del progetto. I risultati di quest’attività, in un anno di svolgimento del progetto, sono stati incoraggianti: sono state più di 60 le donne incontrate in strada e ben 40 hanno partecipato alle attività del “laboratorio” di prevenzione. Trenta di esse hanno chiesto di recarsi presso i servizi socio-sanitari per svolgere visite specialistiche o analisi, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione di malattie trasmissibili e l’uso corretto di metodi contraccettivi. Le donne che invece sono state accompagnate ai servizi sanitari del territorio nel periodo settembre-ottobre 2010 sono già state ben 17.
A questa attività specifica di prevenzione si affianca l’attività costante dei volontari dell’associazione. Si calcola che sono state in tutto più di 40 le uscite svolte nell’arco di un anno e circa 600 i contatti registrati. Sono in media 35 le donne e transessuali che ogni notte si prostituiscono in strada nella nostra città, per la maggior parte si tratta di giovani donne di nazionalità nigeriana. Durante il 2009 è stata rilevata la presenza di donne rumene, del Sud America e cinesi, mentre nell’anno in corso le nazionalità prevalenti sono quella nigeriana, colombiana e rumena. In linea con le statistiche del resto d’Italia e d’Europa, più dell’85% di queste donne sono vittime di tratta e la quasi totalità è costituita da donne entrate clandestinamente in Europa e quasi sempre prive di documenti di identità.
Sabrina Mura, consulente legale dell’associazione Acos, illustra i caratteri di innovativitá del progetto: “Il progetto di prevenzione è unico in Sardegna: esistono già nella realtà isolana e anche nella città di Sassari alcune esperienze di Unità di Strada che contattano come noi le donne straniere vittime di tratta, ma con il nostro progetto abbiamo voluto fare un passo in avanti. Innanzitutto formandoci come èquipe e garantendo alle donne che incontriamo un supporto specializzato e focalizzato sulla prevenzione sanitaria. Per questo motivo abbiamo scelto il sottotitolo Hey girl take care of yourself per il progetto, proprio per invitare le persone che contattiamo a prendersi cura di sé e della propria salute. In altre parti d’Italia e nel resto del mondo esistono progetti analoghi, che di solito sono finanziati dalla ASL o da altri enti pubblici”. La formazione è stata essenziale, aggiunge Dario Alessandri, attuale Presidente e volontario dell’associazione da 5 anni: “Prima di incominciare le attività noi operatori ci siamo dovuti informare e formare; grazie alle conoscenze acquisite dalle volontarie che negli anni passati hanno svolto attività di tirocinio presso un’Organizzazione Non Governativa spagnola – Médicos del Mundo – e di tipo professionale presso cooperative e associazioni che si occupano di vittime di tratta nel Nord Italia”. Fondamentale il lavoro di rete costruito in questi anni dall’associazione, in quanto garantisce una risposta ai bisogni delle beneficiarie del progetto. Importante anche il sostegno di enti del privato sociale, primo fra tutti il Consultorio Aied e privati che, come nel caso dell’azienda Difarma e dell’Associazione provinciale dei farmacisti Federfarma, hanno donato dei materiali fondamentali per le attività di prevenzione.
Conclude Paola Cappai, Vice-presidente dell’Associazione: “L’attività dell’unità di strada si configura come una vera e propria strategia di riduzione del danno, per mezzo della quale è possibile instaurare una relazione di fiducia e poter successivamente costruire insieme alla donna altre forme di sostegno come per esempio l’accoglienza in strutture per vittime di tratta o l’inserimento lavorativo”.
Per informazioni: Cellulare associazione Acos: Tel 3803784398 – Email: associazioneacos@tiscali.it
Il presente comunicato è stato scritto da Giustina Casu e da Acos, l’Unità da strada da anni impegnata nel sostegno alle prostitute, con particolare riguardo alle donne immigrate. I complimenti di Mosinforma alle volontarie e ai volontari di Acos per l’impegno nel sostegno e nella tutela della salute di tutte le prostitute, sia quelle che scelgono di esserlo che quelle costrette da schiavisti senza scrupoli.