… (e cosa i media vogliono “nascondere”)
La bufala che non ti aspetti. I maggiori quotidiani del mondo, questa mattina, aprono con la notizia della presunta minaccia al Papa, durante la visita in Gran Bretagna. Le recenti informazioni provenienti dal Regno Unito confermano l’arresto di sei sospetti, probabilmente islamici, di età fra i 26 e i 50 anni. Dalla prima dichiarazione del Portavoce di Scotland Yard, agenzie di stampa, testate nazionali ed internazionali, tg di tutto il mondo e numerosissimi portali di news online, hanno lanciato, senza fornire adeguate informazioni e chiarimenti, la notizia che il presunto commando terroristico stesse, di fatto, “minacciando” Papa Benedetto XVI, preparando un attentato.
La carta stampata apre, in prima pagina, con titoloni a caratteri cubitali sulla vicenda: “Il Papa nel mirino” (Il Riformista), “Attacco islamico” (Il Tempo di Roma, facendo riferimento, anche, con un gioco di parole, all’attacco che è costato la vita al soldato italiano in Afghanistan), “Volevano uccidere il Papa”, (Il Messaggero), “Erano pronti a uccidere il Papa” (Corriere della Sera), “Volevano uccidere il Papa” (Il Giorno di Milano).
Ma quali sono i fatti? Proviamo a fare una breve ricostruzione dell’accaduto, partendo proprio dalla comunicazione ufficiale del Portavoce di Scotland Yard: “Alle 5,45 circa di questa mattina, cinque uomini sono stati arrestati dagli agenti del servizio di polizia Metropolitana antiterrorismo con il sospetto di aver commissionato, preparato o istigato atti di terrorismo”. Nessun riferimento esplicito al tentativo di uccidere il Papa, quindi. Arrestati perchè? Semplice sospetto? Le leggi speciali sulla sicurezza approvate in tutto il mondo dopo l’11 settembre permettono, ledendo i diritti umani fondamentali, di trarre in arresto una persona sospettata di potenziale minaccia terroristica terrorista e di trattenerlo per alcuni giorni (in base alla legge speciale dello stato, in Inghilterra per ben 28 giorni!), anche senza avere elementi “concreti”.
“Ricerche sono in corso, in applicazione del Terrorism Act, negli uffici commerciali nel centro di Londra e in edifici residenziali nel nord est di Londra”. E poi ha aggiunto, laconicamente : “Ricerche sono in corso in applicazione del Terrorism Act 2000 negli uffici commerciali nel centro di Londra e di edifici residenziali nel nord di Londra e ad est di Londra”. Niente di particolarmente chiaro, nessuna informazione di rilievo. E, anziché fornire prove, indizi, puntualizza il concetto precedente: “le ricerche iniziali non hanno portato alla scoperto elementi pericolosi (né bombe, né armi, né documenti “compromettenti”, niente di niente)”.
Il Portavoce di Scotland Yard, poi, precisa: “Abbiamo effettuati gli arresti a seguito di una telefonata anonima (“merito” delle leggi speciali inglesi), le indagini sono ancora in corso e nessuna accusa è stata formulata nei loro confronti”. Ma per la stampa di tutto il mondo, e in particolare per quella italiana, un volo pirotecnico “colmo” di immaginazione, si sa, può far vendere molte copie in più. Per dirla tutta, un titolo ad effetto “tira” maggiormente. Dalle 5,45 ( 6,45 ore italiane) di questa mattina, dopo molte ore ( oltre 19 ore al momento della pubblicazione di questo articolo), si ha un’unica informazione (certa) sul “tentativo di uccidere Papa Benedetto XVI: i cinque sono netturbini e lavorano per una ditta locale, la “Veolia”, che si occupa di mantenere pulite e prive di spazzatura le strade di Westminster’s , peraltro con discreto successo. Nessuna indicazione che riconduca gli arrestati ad organizzazioni terroristiche, nessun piano, né armi, né documenti, né esplosivi: solo una telefonata anonima.
Da quasi 20 ore la polizia di Sua Maestà “brancola” nel buio. E i media lanciano la bufala, quella che non ti aspetti, facendoti comunque sobbalzare dalla sedia: “Volevano uccidere il Papa”. Non sarà forse un tentativo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica sulle frizioni di questi ultimi giorni? Il tentativo, peraltro maldestro e non riuscito, di nascondere “evidenti” dissidi?Incidenti diplomatici (anche variazioni di protocollo), assenze ingiustificate (come quella del Cardinale Kasper, colui il quale, alcuni giorni fa, aveva affermato che “andare in Inghilterra è come andare nel terzo mondo” riferendosi alla multiculturalità e multireligiosità della società inglese, evidentemente a suo parere aspetto negativo), la questione dei preti pedofili, la lunga disputa sul ruolo della figura femminile nelle Istituzioni Ecclesiastiche, i commenti del Vaticano alle leggi dello stato sui diritti dei gay (paragone “barbaro” con il Nazismo)? Il presunto tentativo di uccidere il Papa è più remunerativo per un giornale, si sa: l’informazione corretta, obiettiva e sensata non paga. Ma rende liberi.
Emanuele Ameruso da giornaleitaliano.info