Il comune di Roma ha dato il via libera alla delibera 96/2013 che prevede il “riconoscimento delle unioni civili, l’istituzione di un registro delle unioni civili e l’approvazione del regolamento”
Il Campidoglio ha approvato l’istituzione del registro delle unioni civili. Finalmente anche la Capitale d’Italia si dota di questo strumento. Non sono mancate i contrari: l’approvazione era prevista per ieri, ma poi l’ostruzionismo dei gruppi di destra ha avuto la meglio. Oggi nell’aula Giulio Cesare, comunque, la delibera 96/2013 che prevede il “riconoscimento delle unioni civili, l’istituzione di un registro delle unioni civili e l’approvazione del regolamento” è stata approvata con 32 voti favorevoli, 10 contrari e 1 astenuto.
A votare sì è stata la maggioranza del centro sinistra e il Movimento 5 stelle; contrari Ncd, FI e Fdi; è astenuta la Lista Marchini. Al momento dell’approvazione della delibera gli attivisti hanno intonato “Bella ciao” entre uno striscione arcobaleno con scritto “Roma delibera l’amore” è stato esposto sugli scranni dei consiglieri.
Entusiasta il sindaco Ignazio Marino che su Facebook ha scritto: “Oggi Roma deLIBERA l’Amore. Approvato il Registro delle Unioni Civili”. Imma Battaglia, consigliera comunale di SEL, ha commentato: “Abbiamo approvato un emendamento che consentirà di inserire automaticamente i matrimoni gay contratti all’estero nel registro delle unioni civili di Roma Capitale“. In Campidoglio era presente anche Vladimir Luxuria “Oggi è un giorno importante perché anche Roma si doterà di un registro delle unioni civili, per essere una città aperta, democratica e ribadire al Parlamento che è ora di dotarsi di una legge per riconoscere i diritti di chi si ama: oggi è quindi una vittoria di civiltà, di una capitale di uno Stato laico che chiede a gran voce di riconoscere le unioni affettive tra persone“. “Oggi Roma, grazie alla tenacia del sindaco Marino e della sua maggioranza,” commenta Flavio Romani, presidente nazionale dell’Arcigay “spalanca le finestre e, dopo tanti anni “neri”, ci fa rivedere il sole, ricacciando nell’ombra quei rigurgiti di storia sudicia che nelle discriminazioni e nella violenza avevano trovato l’ambiente giusto per mettere radici e consolidarsi. È un giorno di festa insomma per la Capitale e la buona notizia si spera raggiunga le aule del nostro Parlamento, da cui attendiamo il pieno riconoscimento delle nostre identità, dei nostri orientamenti, delle nostre relazioni e delle nostre famiglie.”Al registro potranno iscriversi (anche con una cerimonia, se si vuole) “le coppie formate da persone maggiorenni e conviventi di qualsiasi sesso, italiane o straniere, e che non siano legate tra loro da vincoli giuridici, che non facciano parte di un’altra unione civile e che non siano sposate, vincolo quest’ultimo che cade al momento dell’annotazione della separazione, senza quindi dover aspettare il divorzio”.