Turismo. Le mete più gay-friendly? Taormina, Catania e Gallipoli. Sardegna? No, grazie

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Di Massimo Mele il 26 Settembre 2011. 1 Commento

Non è molto difficile capire perchè per gay e lesbiche la Sardegna non rappresenti una grande attrattiva, per quanto magari affascinati dalle sue coste e dal suo fantastico mare: la vita GLBT estiva è pressochè nulla.
Il nord Sardegna non conta nemmeno un bar, chiosco o carretto esplicitamente GLBT, anzi, è sempre più facile incorrere in qualche idiota omofobo o qualche organizzatore che non capisce che non si possono mettere insieme tutte le tipologie di persone senza alcuna selezione, pena situazioni di omofobia o, perlomeno, di forte disagio delle persone GLBT. Una drag queen sul palco, che ora non manca in nessuna discoteca etero, non rende l’ambiente più gay friendly, anzi, a volte lo rende ancora più ostile. Al Ruscello come al Pata Pata. Un pò diverso il discorso a Cagliari, dove comunque due chioschetti non fanno una vera e propria offerta GLBT e l’estrema rivalità presente fra le varie organizzazioni ha sempre impedito l’organizzazione di una vera e propria proposta organica di intrattenimento che comprendesse bar, discotece, chioschi e, perchè no, intrattenimento in spiaggia, giochi ecc.
In altre zone d’Italia amministratori più accorti e imprenditori meno trogloditi hanno permesso la creazione di strutture e momenti di attrazione per un pubblico GLBT che rappresenta oggi una delle fette più apettibili di un turismo in declino. Quello che segue è un articolo sul tema di affaritaliani.it.

E alla fine, dopo tante polemiche fuori e dentro il Pdl, la ‘fiera dello scandalo’ ci fu. Sabato 24 settembre a Bergamo è andato ‘in onda’ il primo Expo Turismo Gay d’Italia. Quello dei viaggi per il popolo lgbt è un settore in crescita nel nostro Paese, con grandi prospettive di sviluppo ma pure barriere culturali da superare. Già nei giorni scorsi l’evento avava scatenato la bufera politica, con il patrocinio dato dalla ministra Brambilla e il centrodestra spaccato. Per l’occasione il sindaco di Roma Alemanno ha inviato un messaggio d’augurio per la buona riuscita della manifestazione. E Alessandro Cecchi Paone, ospite d’eccezione, non si è risparmiato nel definire ‘bigotti’ alcuni esponenti del Pdl.

CITTA’ ITALIANE GAY-FRIENDLY – Viareggio con Torre del Lago, Taormina, Catania, Gallipoli e, ultima new entry, Padova sono le mete più gay friendly. Nel mondo, invece, ad accogliere al meglio il popolo lgbt sono Spagna (Ibiza, Barcelona, Madrid), Praga, Mykonos, Gran Canaria. E ancora, Tel Aviv, New York, San Francisco, Miami, Toronto, Sydeny, Mikonos, Boston, Fort Lauderdale. Le più omofobe, dove si può rischiare anche l’arresto, sono le isole caribiche. In particolare, Cayman, Barbados e Jamaica. Il giro del turismo gay in Italia vale 3,2 miliardi di euro, che rappresenta il 7 per cento del fatturato totale del settore. Un flusso di viaggiatori che spesso si intreccia ai gay pride, ai festival del cinema gay oppure a eventi sportivi come eurogames e gay games.

IL TARGET LGBT – Il popolo arcobaleno (4 milioni di consumatori omosessuali in Italia) ama viaggiare ed ha un alto budget di spesa, non avendo famiglia da mantenere. Ha un buon livello culturale, ma soprattutto è trendsetter e opinion leader.

CECCHI PAONE – A tenere un discorso a metà tra una lezione di turismo e un comizio sui diritti, è stato Cecchi Paone, docente di Scienze del Turismo all’Università di Bicocca, nonché assessore ai Grandi eventi al comune di Maiori, cittadina destinata a diventare “un polo lgbt friendly per la Costiera e per l’intera Campania, anche attraverso un festival di arte e cultura gay e tour operator internazionali specializzati”. Il turismo italiano vale il 10 per cento del Pil nazionale, ha spiegato Cecchi Paone, con una crescita ferma o anche decrescente, che paga anni e anni di mal governo. Ultima di queste tappe ‘in negativo’ è stata il passaggio delle deleghe in materia agli enti locali. Col risultato di un’enorme moltiplicazione delle spese regionali, se non addirittura comunali, ma una mancanza di programmazione strategica generale che ha prodotto una crescita insignificante e una maggiore confusione di idee nel pubblico internazionale”.

“Il settore turistico – ha proseguito Cecchi Paone – pensa di potersi reggere solo sulle spiagge affolate d’estate e le città d’arte nei ponti di festa, invece ha bisogno di diversificazione e destagionalizzaizone. Il turismo potrebbe arrivare a rappresentare il 30% del Pil in Italia, soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale”. E allora, ecco il ruolo-chiave del turismo gay, come in realtà potrebbe esserlo anche quello di altri settori di nicchia, per esempio quello dei viaggi per un target senior. “Ma la mentalità italiana paga pregiudizi e arretratezze religiose e culturali. In un paese in cui pur di ottenere vantaggi di qualsiasi tipo si è disposti a tutto, di fronte al fiume di denaro che potrebbe portare il turismo gay invece ci si arrende ai condizionamenti cattolici. Perché i viaggiatori lgbt non solo sono redditizi in sè, ma sono anche un perfetto volano per attrarre i giovani in generale”. Lo dimostrano realtà come Mykonos e Ibiza, un tempo mete solo omosessuali, ora piene di ragazzi. Perchè “i gay sono trendsetter, amano le cose belle, hanno buon gusto. Trattarli bene diventa così un doppio vantaggio. Il nostro turismo è invece un turismo che guarda al passato”.

One Response to Turismo. Le mete più gay-friendly? Taormina, Catania e Gallipoli. Sardegna? No, grazie

  1. Elena   26 Settembre 2011 a 11:26

    E’ meno difficile di quanto si pensi creare una rete di strutture e posti balneari GLBT. Si aspetta sempre che siano gli atri, quelli che vengano da fuori, a fare le cose con la speranza che diano lavoro a noi sardi. Ma dico io, con una isola così aspettiamo ancora che siano gli altri a sfruttarla. Cominciamo a capire di cosa c’è bisogno e metterlo in atto. I progetti se sono fattibili vengono finanziati, se poi servono per rilanciare una regione, vengono presi ancora di più in considerazione.

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