Al via il “cantiere” sul programma. E il governatore della Puglia apre all’Udc: «Serve a salvare il Paese»
ROMA. Prima o poi, se il dogma delle primarie sarà rispettato, saranno sfidanti nella corsa alla premiership. Oggi però, dopo mesi di gelo, Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola si sono guardati in faccia da alleati, a pranzo per un’ora in un ristorante del centro di Roma. E hanno stretto un patto «per salvare l’Italia» dal berlusconismo aprendo quel «cantiere» del centrosinistra, che il segretario del Pd, ma non il governatore pugliese, chiama Nuovo Ulivo.
Un’intesa nella quale il leader Sel ha aperto al governo «di scopo» per rifare la legge elettorale e teso la mano all’Udc mentre il segretario Pd ha assicurato che le primarie di coalizione si faranno. Il pranzo tra i due doveva rimanere segreto perchè il rischio per il Pd, nella complessa tela delle alleanze che Bersani prova a tessere, è che, tirando la coperta a sinistra, si scopre al centro. Ed infatti, nonostante le garanzie di Bersani a Casini che il centrosinistra non sarà una riedizione dell’Unione, i centristi dell’Udc hanno subito storto il naso pretendendo che il Pd faccia delle scelte perchè, sostiene Savino Pezzotta, «non ci si può alleare con tutti». E anche tra i democratici i fan dell’asse con l’Udc, come i dalemiani, non hanno apprezzato tanta pubblicità all’incontro con il leader di Sinistra e Libertà.
A notizia uscita, però, Bersani ha voluto presentarsi davanti alle telecamere insieme a «Nichi» per mandare agli elettori, delusi dai continui litigi del centrosinistra, l’immagine di una ritrovata unità dopo «un colloquio molto positivo e bello» e, come dice Vendola, quindi «ridare coraggio alla nostra gente». Unità che in realtà è ancora da costruire visto che il «patto di consultazione», che prende il via da oggi, si dovrà confrontare su programmi e contenuti. E vedrà al tavolo, come spiega il leader annunciando prossimi incontri, l’Idv, i socialisti e gli ambientalisti, il cosiddetto Nuovo Ulivo che, ribadisce il leader Pd, «stringe un patto di governo e da lì si rivolge alle opposizioni», ergo l’Udc, per vincere le elezioni. Perchè sarà pure, come assicura Bersani, che il Pd «non guarda i sondaggi ma il problema di fondo, cioè il distacco tra la politica ed i cittadini» ma tutti sono consapevoli che, nonostante le tensioni nella maggioranza, il premier Silvio Berlusconi non si batte senza alleanze estese.
Uno schema, incluso il governo tecnico ed il tentativo di aggancio dei centristi, che sembra aver convinto il governatore pugliese. «Non entro nel Nuovo Ulivo, le formule mi interessano poco ma dobbiamo mettere da parte polemiche amplificate in modo malizioso ed impegnarci per salvare l’Italia», spiega Vendola che in realtà, a quanto si apprende, pone paletti nominalistici alla formula Nuovo Ulivo, che sa tanto di passato andato a finire male. Non passano di moda, invece, soprattutto per il governatore pugliese che ha vinto battendo il Pd, le primarie per la scelta del candidato premier. Corsa alla quale ai nastri di partenza ci sono sia Bersani sia Vendola ma che, nelle intenzioni o negli scenari di molti, sarà affollato. Oggi, certifica Bersani, «non ci siamo detti che ci candideremo, non mettiamo il carro davanti ai buoi, dopo il governo tecnico si andrà rapidamente al voto e allora con le primarie i cittadini diranno chi meglio può sconfiggere Berlusconi».
da la Stampa.it 12/10/2010