Si appartano nella casa disabitata. Uno finisce nei guai

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Di Massimo Mele il 9 Febbraio 2011. Nessun commento

Verona – Sono stati costretti ad interrompere il loro summit amoroso, fuggendo nudi sulle loro auto, parcheggiate poco distanti dal loro occasionale nido amoroso. Erano stati appena scoperti dal proprietario dell’abitazione dove avevano organizzato il loro improvvisato incontro, vicino a Bardolino il 30 maggio 2008.

Una situazione tutta da dimenticare per i due gay con epilogo ancor più pesante per uno dei due, fermato e denunciato dalla stessa vittima. Il sessantasettenne, residente in Olanda, si è trovato così denunciato nel giro di pochi minuti oltre che per atti osceni in luogo pubblico anche per violazione di domicilio e danneggiamento della rete di recinzione. Buon per lui che ieri la sentenza del giudice Marzio Bruno Guidorizzi ha un po’ ridimensionato la situazione processuale certamente non allegra.

Il turista è stato condannato a sei mesi, pena sospesa ma solo per la violazione di domicilio mentre è stato assolto dalle accuse di atti osceni in luogo pubblico e danneggiamento della rete di recinzione. Evidentemente, il tribunale ha ritenuto che i due si erano appartati in un luogo non visibile al pubblico oltre a mancare la prova del danno alla recinzione così come prospettato dalla vittima.

Secondo la denuncia del titolare dell’abitazione in ristrutturazione, vicino a Bardolino, la coppia gay si era introdotta in quella casa in quel momento vuota per dare il via libera alla loro reciproca attrazione sessuale.

Non avevano fatto i conti, però, con il proprietario della casa che, una volta tornato nella sua proprietà, li aveva colti in flagrante. I due, resisi conto della presenza del veronese di 59 anni, si sono dati subito alla fuga così come mamma li aveva fatti. Uno dei due è risalito sulla sua auto ed è fuggito mentre il turista olandese è stato bloccato dallo stesso proprietario della casa, inviperito per l’invasione sul suo domicilio non gradita. Il turista è stato poi identificato e denunciato una volta arrivati i carabinieri. Ieri non era presente al processo e ha preferito farsi difendere dall’avvocato Barbara Sorgato. Alla fine, è arrivata la condanna a sei mesi anche se solo per una delle tre accuse.

Da l’Arena di Verona

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