Sei Gay? Patente Revocata. Dopo dieci Anni la Condanna

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Di Massimo Mele il 10 Aprile 2011. Nessun commento

Anni fa quando faceva la visita di leva, aveva confessato la sua omosessualità, solo per questo gli era stata revocata la patente ingiustamente. Danilo Giuffrida, questo il nome del ragazzo discriminato, a distanza di quasi dieci anni può dichiarare “un passo avanti per i diritti civili” dopo la condanna dell’evento. Di seguito proponiamo un articolo di Repubblica sul caso:

CATANIA – Era stato privato della patente perché gay. La notizia aveva fatto il giro del mondo 1 e del caso si era occupata anche la Bbc. A distanza di quasi dieci anni, i ministeri della Difesa e dei Trasporti sono stati condannati in secondo grado a versare 20mila euro come risarcimento danni a Danilo Giuffrida, oggi ventottenne, nei cui confronti fu avviato l’iter di sospensione della patente di guida dopo che alla visita di leva aveva rivelato di essere omosessuale. Lo ha deciso la Corte d’appello civile di Catania che ha confermato la sentenza di primo grado emessa nel luglio del 2008, ma ha ridotto di 80mila euro l’indennizzo inizialmente fissato in 100mila euro dal presidente della V sezione civile del Tribunale di Catania, Ezio Cannata Baratta.

Nelle motivazioni della prima sentenza il giudice scrisse: “I comportamenti tenuti dalle due amministrazioni appaiono in evidente discriminazione sessuale del Giuffrida e in evidente dispregio dei principi costituzionali. I comportamenti dei due ministeri hanno cagionato grave danno e sofferenza per l’umiliante discriminazione subita”. Quindi, “il comportamento delle due amministrazioni ha gravemente offeso ed oltraggiato la personalità del Giuffrida in uno dei suoi aspetti più sensibili e ha indotto in lui un grave sentimento di sfiducia nei confronti dello Stato”. Giuffrida aveva accolto la sentenza definendola “un passo avanti per i diritti civili”.

Alla visita di leva Giuffrida dichiarò ai medici di Augusta di essere omosessuale. L’ospedale militare informò la Motorizzazione civile che il giovane non era in possesso dei “requisiti psicofisici richiesti” e la patente di guida fu sospesa in attesa di una revisione all’idoneità. Giuffrida fu costretto anche a ripetere l’esame di guida. Lo superò, ma per vedersi riconosciuta una patente valida per un solo anno invece dei dieci previsti. La motivazione rimase la stessa. Tramite l’avvocato Giuseppe Lipera, il ragazzo presentò quindi ricorso al Tar di Catania che sospese il provvedimento osservando che l’omosessualità “non può considerarsi una malattia psichica 2“.

“L’omosessualità – si leggeva nell’ordinanza della terza sezione del Tar – non può essere considerata un fatto che fa sorgere subbi sull’ idoneità psico-fisica del titolare della patente di guida”. “E’ evidente – scrissero i giudici – che le preferenze sessuali non influiscono in alcun modo sulla capacità del soggetto di condurre con sicurezza veicoli a motori” e inoltre “non può considerarsi una vera e propria malattia psichica, essendo per l’appunto una mero disturbo della personalità” tanto da “giustificare l’esonero dal servizio di leva” ma “non certo l’adozione di ulteriori misure ‘sfavorevoli'”.

Contro la decisione di ridurre a 20mila il risarcimento del danno, il legale di Danilo Giuffrida, l’avvocato Giuseppe Lipera, ha presentato ora ricorso in Cassazione chiedendo l’annullamento della sentenza di secondo grado, con rinvio a altra Corte d’appello per “omessa motivazione, illogicità e erroneità nella quantificazione del danno morale”. Il penalista ha spiegato: “E’ stata una follia che i gusti sessuali di una persona siano stati fatti pesare sulla capacità di guida delle vetture. E’ stato veramente un genio al contrario il soggetto che aveva iniziato il procedimento a carico del mio assistito”. Inizialmente la richiesta di Giuffrida era stata di 500mila euro.

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