A Londra, dopo gli Stati Uniti, inserita una terapia che permette il blocco della pubertà di giovani che sperimentano Gender Identity Disorder (GID), ovvero percepiscono un’identità sessuale differente da quella presente alla nascita. Speranza nell’alleviare le pene future di ragazzi e ragazze, per molti, ma non mancano accese critiche. Di seguito un articolo del Corriere.it sulla vicenda che vede interessato il servizio sanitario londinese:
MILANO – Che sesso preferisci? Questa domanda potrà essere rivolta ai bambini e alle bambine britanniche incerte sulla loro identità sessuale. In Gran Bretagna una clinica del servizio sanitario nazionale è infatti stata autorizzata a somministrare iniezioni mensili a bambini di 12 anni per bloccare la pubertà.
LA CURA – A ricevere la cura saranno ragazzini confusi sulla loro identità sessuale di modo che possano fare una scelta oculata prima che nel loro organismo compaiano tratti spiccatamente maschili o femminili. La decisione del National Research Ethics Service di dare luce verde alla terapia presso l’unico centro del Regno specializzato nella cura dei «disordini di identità di genere» è stata presa nei giorni scorsi e oggi nè dà notizia il quotidiano britannico Daily Telegraph. La clinica presso cui verrà applicata è il Tavistock and Portman NHS Trust di London, l’unica che accetta i casi di ragazzi nati con organi sessuali di un sesso ma che si identificano con l’altro. Il «disco verde» alle iniezioni, legali in altri paesi, ad esempio gli Stati Uniti, ha provocato polemiche: a favore chi sostiene che il blocco dell’età adulta aiuterà a prevenire la montagna di problemi psicologici che deve affrontare un maschietto che si «sente» femmina quando ad esempio comincia a cambiare voce; contrari invece quanti pensano che la terapia impedisce ad adolescenti e preadolescenti di superare il senso di confusione senza doversi sottoporre a cure chimiche.