Identificato ed interrogato in qualità di “persona indagata nell’ambito delle indagini finalizzate ad individuare il responsabile del reato di diffamazione ed altro nei confronti dell’on. Scalfarotto”. Aggressione? Omofobia? Niente di tutto questo. Galeotto fu un post su Facebook che, con un linguaggio un pò colorito, esprimeva tutta la rabbia di un attivista gay per il dietrofront sul ddl contro l’omofobia.
Era il 23 Luglio quando l’on. Scalfarotto decise di modificare il disegno di legge sull’omofobia, con un emendamento unitario PD-PDL, inviando alla discussione del Parlamento un testo monco, che estende all’omo/transfobia solo l’istigazione all’odio e non la qualifica di aggravante in altri reati (così come per le altre fattispecie di reato contenute nella legge quali il razzismo, il sessismo, l’odio politico e religioso ecc.). Associazioni e movimenti GLBT bocciarono tale scelta come irricevibile e discriminatoria attaccando frontalmente il relatore ed estensore dell’emendamento, il deputato PD e attivista gay Ivan Scalfarotto.
Massimo Falchi, attivista gay sardo da tempo emigrato a Milano e attualmente residente a Londra, decise di sfogare la sua rabbia su Facebook e scrisse questo post, pubblicandolo anche sulla pagina dell’onorevole:
Neanche due mesi dopo la Questura chiama Falchi, in vacanza in Sardegna, per informarlo dell’esistenza di un procedimento che lo riguarda. Il giorno successivo una volante lo preleva dalla sua abitazione e lo porta alla questura di Sassari dove gli viene notificata la querela per offese, diffamazione e minacce per poi essere interrogato. “I poliziotti sono stati gentilissimi e mi è sembrato che fossero anche un pò perplessi rispetto alla denuncia” ci tiene a sottolineare Massimo. Riaccompagnato a casa si mette subito alla ricerca del post incriminato. “Ma la minaccia quale sarebbe? L’averlo mandato a fare in culo? Più che una minaccia mi sembra un augurio” scherza. In effetti, leggendo il post incriminato, non c’è traccia di minacce o di vere offese. Siamo in un ambito di attacco politico, certo con un linguaggio colorito, ma sempre meno di quello usato in Parlamento. La perplessità di Falchi rispetto alla querela è facilmente condivisibile.
Un atto quasi paradossale: un parlamentare gay che denuncia un militante che lo accusa di non difendere i diritti di gay e lesbiche. Per questo abbiamo pensato di girare la domanda ad Ivan Scalfarotto che speriamo ci risponda presto.
Falchi è un militante gay di lungo corso: nei primi anni ’90 partecipò alla fondazione dell’Arcigay Sassari, l’attuale Movimento Omosessuale Sardo; nel ’92 partecipò alla stesura del testo che poi l’europarlamentare Bettini trasformò, insieme al gruppo dei Verdi ed ai socialdemocratici, nella prima risoluzione per i diritti di gay, lesbiche e trans votata dal Parlamento Europeo nel 1994; nel 1996 organizza il tour di informazione sull’Aids e di visibilità gay in collaborazione con il Ministero della Sanità. Emigrato a Milano milita per un periodo nelle file dell’Arcigay per poi dedicarsi ad attività più movimentiste, come quando srotolò uno striscione per i diritti di gay e lesbiche dal tetto del Duomo di Milano.
Da circa due anni vive a Londra dove, dopo una prima fase di assestamento, finalmente sta riuscendo a sistemarsi. “Mi hanno detto che dovrò indicare un difensore. Ma ho un reddito leggermente superiore al limte per il gratuito patrocinio, per cui lo dovrò pagare io. Sinceramente non so come fare”. Si perchè anche se vincesse la causa, cosa molto probabile, l’avvocato sarebbe comunque a suo carico. Così come il viaggio da Londra a Roma, dove si svolgerebbe il processo qualora il GIP decidesse per il rinvio a giudizio. Possibile? Speriamo davvero di no.
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Si vocifera di ben altre minacce mosse all’onorevole Scalfarotto e che hanno portato alla querela! É necessario fare chiarezza: Scalfarotto non é uno stupido e mi pare assurdo che caschi in un simile autogoal…
Le voci sono parole perse nel vento. So bene che cosa ho scritto.. l’unico post incriminato è questo, la Concia e Scalfarotto con i loro cinguettii bugiardi si stanno rendendo ridicoli. Un Vaffa sarà volgare ma è solo un invito a un viaggio di piacere, non è mai una minaccia. Massimo Falchi
Beh capirai che riesce difficile credere che Scalfarotto decida di rendersi cosí impopolare per un Vaffa… C’è qualcosa che non mi torna e voglio capire.