Secondo le prime stime, diffuse dagli organizzatori, sarebbero circa cinquantamila le persone che stanno partecipando al Gay Pride di Milano. «Sono più del doppio dell’anno scorso»
Milano – Secondo le prime stime, diffuse dagli organizzatori, sarebbero circa cinquantamila le persone che stanno partecipando al Gay Pride di Milano. «Sono più del doppio dell’anno scorso» ha osservato Aurelio Mancuso. Secondo il presidente di Equality Italia, il motivo del successo è che «si sente un pò di primavera di Pisapia. C’è la concreta speranza di cambiamento». La manifestazione è partita da corso Buenos Aires, via dello shopping per eccellenza, e si concluderà con gli interventi dal palco in piazza Castello.
«Milano siamo anche noi», con queste parole del presidente milanese dell’Arcigay, Marco Mori, è partito da piazza Lima a Milano il corteo del Gay Pride a cui partecipano diverse migliaia di persone. Mori lo ha detto consegnando una bandiera arcobaleno all’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, oggi presente in rappresentanza del sindaco Giuliano Pisapia.
Il Comune ha infatti dato il proprio patrocinio alla manifestazione e lo striscione che apre il corteo riporta anche il logo del Comune. Molte le persone scese in piazza travestite, chi con le ali da angelo, chi con boa di struzzo o tute trasparenti di paillettes, ma presenti anche diverse famiglie. L’argomento più dibattuto oggi è la decisione dello Stato di New York di permettere i matrimoni omosessuali e lo dimostrano diversi cartelli con scritto, fra l’altro: ‘Canada, Svezia, Spagna. Italia quando?’, ‘Non siamo contro la famiglia, anzi ne formiamo una anche noì e ‘Siamo ancora costretti a dire addio ai monti per poterci sposare’.
Presenti fra gli altri gli assessori del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino e Pierfrancesco Maran, la consigliera di Sel Patrizia Quartieri, il consigliere del Pd Carlo Monguzzi e il socialista Roberto Biscardini. Ma in bicicletta è stato avvistato anche il vice presidente del Consiglio regionale, Filippo Penati. Sono presenti inoltre il segretario nazionale dell’Arcigay Paolo Patanè, il presidente di Equality Italia Aurelio Mancuso e Franco Grillini. Il corteo si muove sulle note di diverse canzoni, da quelle di Jennifer Lopez e Lady Gaga alle ‘Tagliatelle di Nonna Pinà ma una banda ha anche eseguito l’Inno nazionale.
LUNGOMARE NAPOLI A FESTA, SINDACO BALLA ‘YMCÀ Napoli si veste dei colori della bandiera arcobaleno e festeggia il primo Campania Pride. In cinquemila, secondo gli organizzatori, hanno sfilato da piazza del Plebiscito fino al lungomare, alla Rotonda Diaz. Carri, drag queen, palloncini colorati e cartelli che inneggiano al rispetto dei diritti della popolazione gay, trans e lesbo della Campania. Ad aprire il corteo il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, protetto dal sole da un ombrellino verde e al quale sono stati regalati fiori colorati. Sul lungomare, prima di lasciare il corteo, de Magistris ha ballato la celebre canzone «Ymca» dei Village People, raccogliendo applausi da parte dei manifestanti. «Napoli è sempre stata città dell’accoglienza», ha sottolineato il primo cittadino. «Credo che non ci siamo marchi registrati del pride – ha sottolineato Luxuria, in merito alle polemiche con l’Arcigay – sono di tutti e appello all’unita orche quando ci sono questi dissidi usammo tutti perdenti». Per Carlo Cremona, presidente di I-Ken e tra gli organizzatori del Campania Pride, la manifestazione di oggi è della «gente che ha partecipato, anche cittadini etero». Non hanno senso, a suo avviso, le polemiche portate avanti dall’Arcigay che, a poche ore dall’avvio della manifestazione campana, aveva ribadito che l’unico pride di oggi era quello di Milano. «Non si compra la parola pride come fosse un brand – ha concluso – tutti chiediamo le stesse cose:riconoscimento dei diritti e rispetto dei doveri».
DA PARIGI A BERLINO Gaypride in corso anche a Parigi e a Berlino. Nella capitale francese decine di migliaia di persone hanno sfilato per domandare ai candidati alle presidenziali del 2012 in Francia di ispirarsi al Senato di New York, dopo che questi hanno riconosciuto il diritto alle nozze tra omosessuali. «Stesse famiglie, stessi diritti», «Per l’uguaglianza, nel 2011 manifesto, nel 2012 voto».
Tutt’altro clima per i manifestanti dei diritti omosessuali in Russia: a polizia di San Pietroburgo ha subito disperso un piccolo tentativo di gaypride, fermando quattordici attivisti, tra cui della comunità gay russa Nikolai Alexeiev, che stavano cercato di mettere in piedi un corteo non autorizzato.
Fonte leggo.it
Il popolo gay di Napoli elegge la sua nuova icona: Luigi de Magistris. Ieri il sindaco, insieme agli assessori Pino Narducci, Pina Tommasiello e al vicesindaco Sodano, si è messo alla testa del corteo
Napoli – Il popolo gay di Napoli elegge la sua nuova icona: Luigi de Magistris. Ieri il sindaco, insieme agli assessori Pino Narducci, Pina Tommasiello e al vicesindaco Tommaso Sodano, si è messo alla testa del corteo dell’orgoglio omosex che ha sfilato dal San Carlo fino al lungomare. Mano nella mano con Vladimir Luxuria, i due ex pm hanno cantato a squarciagola Bella ciao» , l’inno della resistenza partigiana, tra uno sventolio di bandiere colorate e ombrellini. Poco dopo sul lungomare de Magistirs ha ballato sulle note dei «Village people» , nel tripudio generale, con l’icona musicale gay «Ymca» .
Non era mai successo a Napoli che un primo cittadino prendesse una posizione così netta sui diritti del movimento Lgbt» (di liberazione omosessuale). Il corteo di cinquemila persone, promosso da I-Ken e Cgil Napoli, è partito da piazza del Plebiscito alle 16 dove una coppia di sposi, subito dopo il sì, si è fatta fotografare con la drag queen Priscilla e sotto le bandiere arcobaleno. Tema della giornata, insieme al riconoscimento di pari diritti e doveri, anche quello dei matrimoni gay, dopo l’ok che arriva dallo Stato di New York. «Napoli e gli Stati Uniti sono vicini su tanti temi -ha commentato il sindaco, proteggendosi dal sole con un ombrellino arancione -quello che arriva da New York è un segnale importante.
In campagna elettorale abbiamo più volte ragionato su un registro delle unioni civili: la città è senza barriere e sarà avanti nei diritti» . Alle parole del primo cittadino sono seguite quelle dell’assessore alla Sicurezza, Narducci che ha commentato i recenti fatti di violenza avvenuti nel centro storico: «Durante la campagna elettorale -ha affermato l’ex pm -dicevano che con la nostra vittoria questa sarebbe stata la città dei trans e dei femminielli. Dopo aver vinto dimostriamo che Napoli è di tutti e lo conferma la nostra presenza qui. Assicurando i diritti delle persone a vivere le strade, anche di notte, si può avere sicurezza.
In questo senso possiamo rappresentare un esperimento in tutto il Paese» . Trans, giovani coppie lesbiche e omosessuali hanno sfilato dietro ai sound system lungo via Caracciolo. Baci, carezze e piccole provocazioni sono stati il corredo scenografico di un pomeriggio di festa, nel nome della tolleranza di genere. Il titolo della mobilitazione di quest’anno, «Alla luce del sole» , lo ha spiegato Carlo Cremona (I-Ken): «Tutto alla luce del sole -ha sostenuto -non più protetti dalle mura di piazza Bellini, perché abbiamo il diritto di godere, come gli altri napoletani, di tutta la bellezza di questa città» .
Eppure la strada per l’integrazione è ancora lunga: «Non siamo un fenomeno da baraccone -ha sottolineato la drag queen Priscilla -e questo è un momento di gioia e di riflessione in una città dove è ancora molto difficile essere omosessuali» . A rovinare la giornata sono state le divisioni che attraversano il movimento napoletano. Infatti Arcigay e l’associazione Transnapoli si sono dissociate dal Pride, organizzando una manifestazione parallela in piazza Cavour insieme ai centri sociali. «Questo non è un Pride -ha sbottato Loredana Rossi, leader delle trans napoletane -ma una festa organizzata da una sola associazione. Il Pride può organizzarlo solo il tavolo Lgbt del Comune» . A questo punto può provarci Gigino il sindaco, nuova icona gay, a riunire il movimento napoletano.
Fonte corrieredelmezzoggiorno.it
Colori, musica, slogan da Porta Venezia al Castello: oltre 60 mila persone hanno partecipato ieri al Gay pride milanese. «A Milano l’Euro pride del 2015» . L’impegno dell’assessore Majorino
Milano – Sfilano le famiglie Arcobaleno: «È l’amore che crea una famiglia» . Seguono i genitori di omosessuali: «O etero o gay sono sempre figli miei» . Sfidano l’asfalto bollente le Drag Queen alte due metri, con il viso nascosto sotto un dito di cerone, tacchi a spillo e abiti fasciati di paillettes, uomini-angeli con immense ali viola, bianche e blu di piume vere, e donne diavole con le corna rosse che spuntano dai capelli a cresta. Gay Pride sotto la Madonnina, il primo senza polemiche e patrocinato dal Comune, e la festa riempie le strade. Colori, musica, slogan, un vero Carnevale che trascina la città. Sessantamila uomini, donne, bambini, nonni e nonne hanno attraversato il centro, ieri pomeriggio, muovendosi lenti da piazza Lima lungo corso Buenos Aires fino a incrociare in Porta Venezia i carri addobbati a festa con migliaia di palloncini colorati e nuvole di coriandoli.
In piazza Scala la testa del corteo si è fermata e dal serpentone umano che cantava, saltava, applaudiva, si è alzato un coro di grazie a Pisapia. «L’anno prossimo sarai tra noi» . Al Castello, l’apoteosi, con le parole del sindaco affidate all’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, che hanno toccato le corde più profonde dell’uditorio: «Nella nostra Milano non ci saranno ghetti, non ci saranno esclusi, non ci saranno invisibili» . «Buona Milano» è stato l’esordio di Pisapia, «è con soddisfazione e con orgoglio che accolgo questa manifestazione alla quale dopo anni di chiusura e ostracismo è stato approvato il patrocinio» . Pisapia ha sottolineato come «riaffermare i diritti di tutti sia un principio irrinunciabile» . Perché i diritti civili non possono fermarsi di fronte alle differenze di genere o di orientamento sessuale» .
Prima di leggere il messaggio lo stesso Majorino ha presentato il proprio assessorato alla comunità LGBT come «anche vostro» e chiarito che si occuperà di «politiche per le famiglie» . Majorino ha ribadito «impegno e responsabilità. Costruiremo insieme, ascoltando le opinioni di tutti, una buona politica che porti fuori Milano dallo scantinato dei diritti civili. Milano, infatti, non può più permettersi di essere la Cenerentola d’Europa per i diritti civili» . Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, ha proposto che sia Milano ad ospitare l’Euro Pride nell’anno dell’Expo 2015. In corteo anche l’assessore Pierfrancesco Maran e i consiglieri comunali Patrizia Quartieri e Carlo Monguzzi, il quale ha concluso: «Questo è uno dei primi segnali di una Milano libera dove diritti dei cittadino passano al primo posto»
Fonte corrieredellasera.it Milano