Aveva manifestato di fronte al municipio di San Pietroburgo, con un cartello su cui era scritto “l’omosessualità non è una perversione”: condannato per “propaganda omosessuale”
Nikolai Alexeyev ha detto all’Associated Press che un giudice della città di San Pietroburgo lo ha multato di 5.000 rubli, circa 150 euro, per aver violato la legge, che è stata approvata tra le polemiche, nel mese di Febbraio, nella seconda città della Russia. Alexeyev ha annunciato che ricorrerà in appello contro la condanna. Se l’appello verrà respinto, si rivolgerà alla Corte costituzionale russa e poi alla Corte europea dei diritti umani a Strasburgo.
Anziché adottare leggi per punire i crimini dell’odio, le autorità cittadine russe limitano la libertà d’espressione e alimentano la discriminazione e la violenza nei confronti delle comunità Lgbti. Atti di intolleranza paiono probabili, se qualcuno darà retta all’ex sindaco di Mosca Yuri Luzhkov, secondo il quale le manifestazioni Lgbti sono “sataniche”, o all’attuale primo cittadino Sergei Sobyanin, che è contrario a tali manifestazioni in quanto offendono la fede religiosa di molti russi. La Chiesa ortodossa ringrazia e appoggia.
La legge approvata vieta qualsiasi propaganda dell’omosessualità di fronte ai minori ma, per gli attivisti gay,si tratta semplicemente di un espediente per vietare qualsiasi manifestazione pubblica a carattere GLBT, dato che in luoghi pubblici, come appunto il municipio, è normale che ci siano anche minorenni. Tuttavia Yuri Gavrikov, capo del gruppo GLBT Equality, sostiene che non si è verificata nemmeno quella situazione dato che non c’erano bambini quando lui ha tenuto il picchetto davanti al municipio e che nessuno ha dimostrato il contrario.
In un tweet, Nikolai Alexeyev, ha lanciato un appello per un aiuto al pagamento della multa.
Nel frattempo Amnesty International ha lanciato una campagna a sostegno del Baltic Pride 2012 e chiede di sottoscrivere un appello rivolto al Presidente della Repubblica della Lettonia, al Ministro degli interni ed al Sindaco di Riga, per richiedere il normale svolgimento del Pride e la protezione degli attivisti. Per firmare l’appello clicca qui
Fonte corriere della Sera, Associated Press, Amnesty International