MOSCA. E’ il “primo permesso” per il movimento gay russo a scendere in strada per rivendicare i propri diritti e – guarda caso – arriva all’indomani del siluramento del sindaco (omofobo) di Mosca Yurij Luzhkov. Secondo quanto si apprende dall’attivista Nikolai Alekseev, da sempre capofila dei tentativi falliti di Gay Pride in Russia, “si terrà il primo ottobre presso gli iuffici della compagnia aerea svizzera Swiss Airlines a Mosca”.
Per Alekseev la decisione del presidente Dmitri Medvedev “verrà ricordata a lungo” e “senza dubbio” riesce gradita al movimento omossessuale che da Luzhkov veniva considerato “satanico”. Ma la cosa più importante è che proprio all’indomani di tale licenziamento, “abbiamo ricevuto il primo permesso per una manifestazione, che non è il solito gay pride, ma comunque ci permette di rivendicare i nostri diritti.
La scelta degli uffici della Swiss è in connessione con l’incidente presso l’aeroporto “Domodedovo” avvenuto il 15 settembre 2010, che ha portato alla detenzione illegale dello stesso Alekseev.
Ma la Prefettura di Mosca ora nega di aver dato l’approvazione a tenere una manifestazione per i diritti gay a Mosca il primo ottobre, dopo che il sindaco facente funzioni Vladimir Resin ha dichiarato di non essere d’accordo. Lo rende noto l’organizzatore del Gay Pride di Mosca Nikolai Alekseev.
In realtà l’ok c’è per una manifestazione di un massimo di 20 persone, davanti alla sede moscovita della compagnia aerea Swiss in seguito all’incidente presso l’aeroporto “Domodedovo” avvenuto il 15 settembre 2010, che ha portato alla detenzione illegale dello stesso Alekseev. Ma, secondo la prefettura, l’incidente non ha alcuna relazione diretta con le minoranze sessuali. E nella domanda non era indicato che la protesta è legata alle minoranze sessuali. Resin dal canto suo ha spiegato: “Non ho sentito parlare di manifestazioni, e voglio dire: io mi rapporto con tutti allo stesso modo, ma non appoggio queste faccende. E a me nessuno si è rivolto”.