Pochi giorni fa è stato approvato il Registro delle Unioni Civili a Roma: Il comune ha dato il via libera alla delibera 96/2013 che prevede il “riconoscimento delle unioni civili, l’istituzione di un registro delle unioni civili e l’approvazione del regolamento”. Per intenderci, potranno iscriversi al Registro “le coppie formate da persone maggiorenni e conviventi di qualsiasi sesso, italiane o straniere, e che non siano legate tra loro da vincoli giuridici, che non facciano parte di un’altra unione civile e che non siano sposate, vincolo quest’ultimo che cade al momento dell’annotazione della separazione, senza quindi dover aspettare il divorzio”.
Se la notizia è stata accolta con un plauso delle associazioni lgbt e il sindaco Marino ha parlato di un amore DEliberato, ecco un primo segnale di omofobia in seguito alla vittoria da parte dei diritti gay. Davanti ad alcune scuole della Capitale sono stati esposti striscioni e scritte omofobe: da “La vostra cultura è contro natura” a “l’unica famiglia è quella naturale, ‘no’ alle richieste della lobby omosessuale”.
Messaggi apparsi davanti ai licei Socrate, Stendhal, Mamiani, Majorana, Pascal, Righi, Albertelli e, secondo quanto riportato da Adkronos, rivendicate da lotta Studentesca. Una nota riporta un commento all’accaduto: “Dopo le deliranti teorie di sostituire mamma e papà con il genitore 1 e il genitore 2, prosegue la sottomissione delle istituzioni nei confronti delle lobby gay e delle teorie di genere. Non importa che le scuole cadano a pezzi, non importa che in Italia non venga praticamente più fatta ricerca, quel che conta è che ci saranno sempre fondi per finanziare teorie artificiose, ideologiche e volte a snaturare la realtà naturale. Con questi striscioni vogliamo dunque esprimere tutto il nostro dissenso verso chi non incoraggia la natalità, ma investe in teorie per cui la sessualità sarebbe qualcosa da stabilire a tavolino. Non possiamo che guardare con favore a tutte quelle iniziative, politiche e culturali, volte a promuovere la famiglia naturale e la differenza dei sessi. Noi stessi, continueremo a batterci nelle scuole su questi temi, con la volontà di diventare quella minoranza creativa in grado di promuovere modelli diversi da queste costruzioni abnormi”
Sottomissione delle istituzioni nei confronti delle lobby gay? E dove sarebbe? Forse questo piccolo passo verso la civiltà che, negli altri Paesi, è già oltre e realtà da anni?