Dopo la decisione della Corte d’Appello di ridurre da sette a quattro anni la pena per Alessandro Sardelli, noto come “Svastichella”, l’uomo accusato di aver aggredito due ragazzi omosessuali la notte tra il 21 e il 22 agosto del 2009 al Gay Village all’Eur, sono diverse le critiche dal mondo omosessuale ma anche dalla politica. Fra queste spiccano la rabbia della vittima e l’auspicio che l’Italia si doti di una specifica norma contro l’omofobia del sindaco di Roma, Alemanno, parte civile nel processo.
“Pur rispettando l’autonoma decisione dei giudici della Corte d’Appello non possiamo non rimanere profondamente perplessi di fronte a questa sentenza perché riduce a 4 anni una condanna per tentato omicidio”. Lo afferma in una nota il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sulla sentenza ai danni di ‘svastichella’ Alessandro Sardelli. “Roma Capitale si è costituita parte civile e, unica fra le parti civili, ha anche nominato il perito medico, il dottor Francesco Ammaturo. Purtroppo però – continua il sindaco – questa decisione non può non essere percepita come un segnale negativo per la città e per tutte le tematiche connesse alla lotta contro le discriminazioni sessuali”. “Tutto questo non sarebbe successo se in Italia esistesse una norma che preveda un’aggravante per omofobia. Credo che il Parlamento debba fare una riflessione, al di là degli schieramenti politici, per vedere di approvare questa norma”, conclude Alemanno.
“Cosa aspetta il Parlamento ad approvare una legge contro l’omofobia? Sono indignato di fronte a quei politici che dicono di voler combattere la violenza e poi non fanno nulla. Dovrebbero vergognarsi, 4 anni per un tentato omicidio non sono nulla, considerando anche che difficilmente otterrò il risarcimento del danno, essendo l’aggressore nullatenente”. E’ questo il commento di Dino, il ragazzo vittima dell’aggressione.
“Se ci fosse stata una legge che punisce l’omofobia, la pena non sarebbe mutata e questo mostra la grave lacuna presente nel nostro ordinamento che non punisce la violenza ai danni delle persone lesbiche, gay e trans”, dice invece l’avvocato Daniele Stoppello, responsabile dell’Ufficio Legale di Gay Help Line di Arcigay. “Il fatto che la Corte abbia confermato il reato di tentato omicidio – continua Stoppello – conferma la gravità di quanto compiuto da Sardelli e rappresenta comunque un fatto molto importante, per un procedimento di questo tipo. Il Giudice conferma anche la costituzione di parte civile di Arcigay Roma e del Comune di Roma, un fatto non scontato che testimonia come questa aggressione violenta abbia danneggiato tutta la nostra comunità e la città”.