Con 25 voti contro 11, il 5 Luglio di quest’anno, il consiglio comunale di Sassari ha approvato il registro delle Unioni Civili. Nell’ambito delle sue competenze, l’Amministrazione sassarese riconosce, alle coppie di fatto omo ed eterosessuali, gli stessi diritti delle coppie regolarmente sposate.
Sassari. Ci sono voluti cinque anni, ma alla fine il comune di Sassari è riuscito ad approvare, a larga maggioranza, il registro nel quale potranno iscriversi tutte le coppie conviventi etero ed omosessuali che, per l’amministrazione, godranno degli stessi diritti delle coppie regolarmente sposate.
Era il marzo 2006 quando il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, durante un dibattito organizzato dal Movimento Omosessuale Sardo, promise il riconoscimento di tutte le forme di convivenza, comprese quelle gay e lesbiche.
A sostegno delle coppie di fatto si uniscono al MOS decine di associazioni, gruppi e partiti che, insieme, danno vita al comitato cittadino a sostegno delle Unioni civili che, in un anno, organizza manifestazioni, dibattiti ed una raccolta di più di cinquemila firme a sostegno del registro.
Ma tra i consiglieri si fa subito strada l’idea di utilizzare le unioni civili come merce di scambio nella difficile discussione sul PUC, il Piano Urbanistico Comunale recentemente approvato, e, insieme ad alcuni integralisti cattolici, di maggioranza e opposizione, fanno muro contro la discussione della mozione e sparano a zero contro gay e lesbiche. “Malati, pervertiti, pedofili” esclamano, senza alcuna censura da parte della Presidente del consiglio e del Sindaco, esponenti di PDL, UDEUR e PD.
La retromarcia del Sindaco e l’esasperata omofobia del consiglio comunale spingono il MOS ad un’azione eclattante. Il 28 Giugno del 2007, un centinaio di attivisti gay, lesbiche e trans occupano simbolicamente la sala del consiglio comunale e, seduti al posto dei consiglieri, approvano il registro e la mozione contro l’omofobia, respingendo al mittente tutti gli aggettivi denigratori e offensivi a loro rivolti dai consiglieri omofobi.
La risposta del Consiglio comunale ne rivela tutta l’omofobia interiorizzata: una mozione bipartisan per condannare in modo “unanime, fermo e incondizionato” la protesta del MOS bollata come “una minaccia alle istituzioni e alla democrazia”. Ma i voti della vergogna alla fine sono solo 17 su 40, la maggioranza dei consiglieri ha preferito disertare. 4 i voti contrari: Dolores Lai, e Giampaolo Mameli, Ds, Roberto Schirru, Progetto Sardegna, e Piero Frau, Udc. La proposta di istituzione di un registro delle Unioni Civili viene congelata e la prevista discussione sulla mozione contro l’omofobia viene rimandata a tempi migliori.
Nei due anni successivi è gelo totale tra l’amministrazione e l’associazione GLBT e, in città, si registra un aumento vertiginoso dei casi di violenza razzista e omofobica.
A ridosso delle elezioni poltiche del 2008, il registro ritorna in consiglio ma raccoglie solo 14 voti e viene bocciato.
Le elezioni del 2010 cambiano gli equilibri del consiglio comunale, riconoscendo al Sindaco una maggiornaza molto più coesa e progressista della precedente. Giampaolo Mameli, consigliere PD e storico sostenitore delle Unioni civili, rispolvera il registro e procede con una campagna di sensibilizzazione che si rivela molto convincente. Il 5 Luglio scorso il registro delle Unioni Civili arriva in aula e, dopo una discussione dai toni soft, viene approvato con 25 voti contro 11.
Nessun cambiamento reale nella vita di gay e lesbiche ma, sicuramente, un passo avanti nella battaglia per la piena cittadinanza delle persone omosessuali e nella lotta all’omofobia.
Il voto in Consiglio
Il registro delle Unioni Civili è stato proposto dai consiglieri Mameli (PD) e Tetti (SU). Hanno votato a favore 25 consiglieri, mentre in 11 hanno votato no. La maggioranza è stata trasversale: oltre al Pd e ad Ora sì, hanno votato a favore anche i sardisti Antonio Cardin e Francesco Era, il sindaco Ganau e il Presidente del consiglio Luciano Chessa. Cinque gli assenti nei gruppi che hanno votato a favore: Rino Tedde (Upc), Giancarlo Serra (Uds), Giacomo Sanna (Ps d’Az), Nanna Costa (Ora sì), Roberto Ara (Pd).
Di seguito il registro approvato a Sassari
Articolo 1
1. Il Comune di Sassari, nell’ambito della propria autonomia e potestà amministrativa, tutela la piena dignità dell’unione civile e ne promuove il pubblico rispetto.
2. Ai fini del presente regolamento è considerata unione civile il rapporto tra persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, che ne abbiano chiesto la registrazione amministrativa ai sensi dei successivi articoli.
3. Nell’ambito delle proprie competenze, il Comune si impegna ad assicurare alle coppie unite civilmente l’accesso ai procedimenti, benefici e opportunità amministrative di varia natura, alle medesime condizioni riconosciute dall’ordinamento alle coppie sposate e assimilate.
4. Il Comune adotta tutte le iniziative per stimolare il recepimento nella legislazione statale delle unioni civili al fine di garantire i principi di libertà individuale ed assicurare in ogni circostanza la parità di condizione dei cittadini.
Articolo 2
1. È istituito presso il Comune di Sassari il registro amministrativo delle unioni civili. Il registro viene tenuto dall’Amministrazione comunale nel rispetto del D.Lgs. n. 196/2003.
2. L’iscrizione all’elenco può essere chiesta da persone non legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, ma da vincoli affettivi, coabitanti da almeno un anno, e con uno dei due residente nel Comune di Sassari – persone coabitanti da almeno un anno per motivi di reciproca assistenza morale e/o materiale ed aventi residenza nel Comune di Sassari.
3. Le iscrizioni all’elenco avvengono sulla base di una domanda presentata congiuntamente dagli interessati all’ufficio comunale di stato civile e corredata dalla documentazione relativa alla sussistenza dei requisiti indicati al punto 2.
4. Il venir meno della situazione di coabitazione e di residenza nel Comune di Sassari o della reciproca assistenza morale e/o materiale produce la cancellazione d’ufficio dall’elenco, la quale avviene altresì dietro richiesta di uno o di tutte le persone interessate.
5. Per fini non in contrasto con le vigenti disposizioni di legge, a richiesta degli interessati, l’ufficio comunale di Stato Civile attesta l’iscrizione nell’elenco.
Articolo 3
1. Sino alla riforma del diritto di famiglia e dello stato civile, la disciplina comunale delle unioni civili ha rilevanza esclusivamente amministrativa per i fini di cui all’art. 1 comma 3, e, pertanto, non interferisce con il vigente regolamento dell’anagrafe e dello stato civile, con il diritto di famiglia, con ogni altra normativa di tipo civilistico e comunque riservata allo Stato, così come con le competenze amministrative di qualsiasi altra Pubblica Amministrazione.