Il conduttore di Radio Maria, Roberto de Mattei, sprofonda la radio cattolica nel più profondo ridicolo: l’impero romano sarebbe crollato a causa della presenza di troppi omosessuali
A lanciare la notizia è giornalettismo.com, sempre attento alle cadute di stile del vaticano e agli episodi di omofobia troppo spesso tralasciati dai media ufficiali. Questa volta ci riporta l’intero audio di una lezioncina di storia del conduttore cattolico che cita, nientepopòdimenoche, Salviano di Marsiglia, un illustrissimo sconosciuto storico cattolico del ‘400.
De Mattei cita Salviano quando dice che fu fatta “cenere del prestigio di Roma grazie alla macchia infamante di quella perversione contro natura.” Che è l’omosessualità, lo ricordiamo. Insomma, il nostro vicepresidente fa una ricostruzione che ci fa capire che i Cartaginesi finiscono male per via dell’omosessualità, poi anche i romani si infettano per “l’abominevole presenza di pochi invertiti” che sono una “vergogna per tutto l’impero.” Meno male che arrivano i barbari, che “sono uno strumento del giudizio di Dio”, sempre secondo Salviano (e de Mattei).
Insomma i barbari, che non sono gay, fanno fuori i romani, che nel frattempo, dopo essere stati strumento del giudizio di Dio quando non erano gay, essendo diventati gay diventano vittime designate. Tutto chiaro quello che dice Salviano? Mattei è veramente seccato che anche noi siamo diventati come i romani di un tempo, cioè gay, e che, siccome siamo dei pervertiti, abbiamo iscritto “i vizi nelle leggi come diritti umani.” Mamma mia, è incredibile che in poco più di quattro minuti si riescano a dire tanti concetti così nefandi e inauditi, e pure storicamente devianti.
Ma ascoltate pure con le vostre orecchie, se ce la fate, le idiozie che radio Maria diffonde per l’etere:
Fonte giornalettismo.com
Chiediamo al Consiglio Nazionale delle Ricerche le dimissioni del Prof. Roberto de Mattei, vicepresidente del CNR per l’evidente incompatibilità con l’incarico conferitogli per le sue affermazioni omofobe e per aver affermato che “il terremoto in Giappone è un castigo ed esigenza di giustizia divina per le colpe dell’umanità” che lo pongono al di fuori del pensiero razionale e dell’esperienza e comprensione del mondo mediata dal metodo scientifico.
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