ARGENTIERA. Mattia ha cinque mesi e in braccio alla nonna non sente la fatica della scarpinata fino a Punta Argentiera, nella zona della «Vedetta». Sotto il sole che picchia c’è anche lui, con gli occhi socchiusi, insieme agli altri abitanti della comunità mineraria per dire «no» alla costruzione di un radar per la sorveglianza costiera. Un bombardamento di onde elettromagnetiche che qui, in questa borgata che sembra un pezzo di Scozia, nessuno vuole.
Il radar che l’estate scorsa stava per essere posizionato, in gran segreto, a Punta della Scomunica sull’isola dell’Asinara, qualcuno – dopo il blocco dei lavori – aveva pensato di spostarlo su questa vetta verdissima in comune di Sassari. Sempre in gran segreto e sempre senza avvisare la popolazione. Ma è bastato un passaparola, quando il timore è diventato certezza con la comparsa della prima ruspa, per radunare l’intera comunità. Tutti gli abitanti di questo angolo di paradiso ieri mattina hanno lasciato le case, costruite a metà del 1800 intorno alle miniere sul mare, e si sono arrampicati, a piedi e in macchina, fino alla cima che sovrasta la borgata, dove esistono ancora i resti di un fortino di avvistamento utilizzato durante l’ultima guerra mondiale. La vista da quel punto, uno dei più a occidente di tutto il territorio nazionale, è unica. Per questo venne scelto per difendere la Sardegna da un possibile sbarco degli americani. Per questo il Governo ha deciso di collocare lassù uno dei cinque radar acquistati in Israele e destinati a località strategiche dell’isola per l’individuazione di imbarcazioni veloci e di piccole dimensioni, anche a cinquanta miglia di distanza. Un sistema, per controllare i migranti in fuga dai conflitti africani e mediorientali, che per alcuni studiosi sarebbe, per la sua potenza e la modalità di funzionamento, pericolo per la salute umana e per l’ecosistema circostante. Ieri mattina gli abitanti dell’Argentiera hanno scalato la collina che sovrasta le loro case e ottenuto una prima vittoria. La ruspa, arrivata per spianare il terreno su cui costruire un traliccio alto 36 metri per il posizionamento del radar, per ora è andata via. «Vigileremo perchè non torni – spiega Emanuele Sechi, un abitante dell’Argentiera – se pensavano di trovare degli stupidi a cui imporre segretamente un’opera dannosa per la salute della popolazione si sbagliano di grosso». Mattia continua a dormire in braccio alla nonna quando sulla cima di punta Argentiera arrivano i carabinieri, gli agenti della Digos e il comandante provinciale della guardia di finanza, il colonnello Corrado Pillitteri. L’ufficiale è arrivato fin qui perchè è alle Fiamme Gialle, su tutto il territorio nazionale, che il Governo ha affidato il compito di individuare i siti in cui impiantare i radar israeliani, di cui nessuno conosce la reale pericolosità. «Abbiamo paura per la salute – spiega Ignazia Scanu, la nonna di Mattia – e temiamo per i bambini. Qui all’Argentiera siamo senza strade e ora vogliono anche metterci un radar che può causare tumori e leucemie». Mattia dorme ancora mentre il colonnello Pillitteri spiega ai cittadini che parlerà con il prefetto per fare chiarezza sulla vicenda e che per ora i lavori sono sospesi. A metà mattinata il Comune manda sul posto il vice sindaco Zirattu e l’assessore dell’Ambiente Spanedda. Il sindaco invia una lettera al ministro dell’Ambiente e a quello dei Trasporti per dire che Sassari quel radar non lo vuole. Mattia per ora può continuare a dormire tranquillo, almeno fino a quando la sua comunità sarà unita come ieri mattina.
Lettera aperta del sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, al ministro dell’Ambiente, a quello dei trasporti, a Cappellacci e a Giorgio Oppi in merito alla scelta del governo di installare un radar costiero di profondità all’Argentiera. Ecco il testo integrale.
Oggetto: Comune di Sassari, località Argentiera – installazione di un sistema Radar costiero di profondità
Egregie Autorità,
mi permetto di fare appello alle S.V. in relazione alla scelta da parte del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti di installare presso la località Argentiera di questo Comune un sistema radar costiero di profondità.
Tale installazione va ad insediarsi in un uno degli angoli incontaminati e più importanti dal punto di vista naturalistico dell’intera Sardegna, deturpando in maniera definitiva l’aspetto, i luoghi e l’ambiente. In particolare la collocazione di strutture e manufatti che includono un traliccio di un’altezza superiore ai dieci metri sul punto più alto e panoramico dell’intera costa causa un danno ambientale incalcolabile e permanente, alterando in modo negativo lo skyline della costa a distanza di chilometri.
In relazione a quanto sopra e alle gravissime ricadute negative in termini ambientali, di immagine, turistiche, economiche e sociali che tale scelta comporterebbe a questo territorio, si fa appello alla nota sensibilità delle SS.VV. per attivare immediati interventi di
sospensione di ogni attività che alteri lo stato dei luoghi e la tutela dell’ambiente, e ad un riposizionamento in ambiti più idonei di tale strutture.
Certo in un Vostro immediato interessamento e in attesa di un cortese e sollecito riscontro porgo i più distinti saluti.
Fonte La Nuova Sardegna e sassarinotizie.com
Sto seguendo il presidio all’ Argentiera e do il mio piccolo contributo come posso e vorrei dire che è una balla micidiale aver scritto che la popolazione del borgo si è mobilitata DOPO GANAU! NON E’ VERO! La gente del luogo si è mobilitata PRIMA DI LUI fin dai giorni precedenti all’inizio del presidio. Il sindaco ha fatto visita al presidio e parlato coi cittadini martedi 17 maggio e promesso che avrebbe fatto partire dei lavori in loco per impedire l’accesso alle ruspe che devono spianare la strada alla costruzione del radar. Oggi martedi 24 maggio era previsto l’inizio dei lavori, ma nulla di fatto…Al presidio continuano la loro resistenza gli abitanti dell’Argentiera, gente anche molto anziana…
Grazie della precisazione. Ci piacerebbe pubblicare notizie aggiornate sulla protesta e siamo apertissimi a qualsiasi contributo, anche con foto, di chi sta lottando realmente. Se tu, o qualcun altro, scrivi resoconti sull’andamento della protesta potreste inviarceli a info@mosinforma.org così da poterli pubblicare e seguire meglio tutta la vicenda.
Massimo