Il centrosinistra conquista Milano e Napoli, ma anche Trieste e Cagliari. Bersani: la maggioranza non c’è più
MILANO – Giuliano Pisapia e Luigi de Magistris sono i nuovi sindaci di Milano e Napoli. Lo spoglio delle schede ha confermato i dati usciti dalle proiezioni Ipr Marketing per la Rai e, prima ancora, dagli «intention poll» di Sky Tg 24: a Milano il candidato del centrosinistra ha vinto con il 55,1% dei voti mentre Letizia Moratti si è fermata al 44,89%; a Napoli, invece, Luigi de Magistris ha trionfato con il 65,37% contro il 34,62% del portacolori del centrodestra Gianni Lettieri.
CAGLIARI, TRIESTE E NOVARA -Ma non ci sono solo Milano e Napoli, tra i principali capoluoghi, a segnare il successo del centrosinistra in queste elezioni. A Cagliari Massimo Zedda è riuscito a strappare la città al centrodestra battendo Massimo Fantola con il 58,2% contro il 41,7%. Lo stesso Fantola ha già chiamato l’avversario per congratularsi con lui per il risultato. Anche a Trieste va segnalata la vittoria del centrosinistra: Roberto Cosolini, del Pd, è al 57,11% contro Roberto Antonione, del Pdl, al 42,89%. Il centrosinistra strappa pure il sindaco di Novara al centrodestra: quando resta da scrutinare una sola sezione su 91, il candidato del centrosinistra Andrea Ballarè al ballottaggio ha il 52,89% dei voti contro il 47,11 di Mauro Franzinelli.
EX AVVERSARI – Quando il risultato è stato netto, anche Letizia Moratti si è congratulata con l’avversario, rendendosi disponibile «se lui lo vorrà», ad un passaggio di consegne che consenta al nuovo primo cittadino di prendere in mano fin da subito i temi caldi dell’amministrazione cittadina. «Mi ha fatto piacere la sua telefonata – ha detto poi Giuliano Pisapia -: la Moratti si è detta pronta a collaborare per la città. Anche questo è il segnale di una nuova stagione che si apre». I supporter di Pisapia si erano riuniti fin dal primissimo pomeriggio in Piazza Duomo per assistere allo spoglio dei risultati dal maxischermo. Ed è esploso un fragoroso applauso quando è arrivata la notizia che annunciava, a metà dei seggi scrutinati, il vantaggio di 10 punti dell’avvocato sul sindaco uscente, un risultato che certificava a spoglio ancora in corso il cambio della guardia a Palazzo Marino
«IL GOVERNO SI DIMETTA» – Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha chiamato al telefono Pisapia per complimentarsi con lui: «Sei stato bravissimo. A Milano è una grande vittoria». E poco più tardi in conferenza stampa ha sottolineato: «In Parlamento ora c’è una maggioranza diversa da quella uscita dalle urne e da quella che c’è oggi nel Paese. Il governo si deve dimettere». Ricordando i successi in gran parte delle città e delle province andate al ballottaggio, il segretario democratico ha promesso che «noi governeremo per tutti». Poi ha aggiunto: «Anche per chi non ci ha votato. Chi non ci ha votato non è un nemico, ma uno che la pensa diversamente».
BONDI RIMETTE IL MANDATO – La sconfitta è stata particolarmente dirompente per il centrodestra. E quando il risultato è stato inequivocabile, è arrivata la notizia del ministro Sandro Bondi deciso a dare le dimissioni da coordinatore nazionale del Pdl. «Valutati i risultati elettorali intendo rimettere il mio mandato di coordinatore nelle mani del presidente Berlusconi – ha detto Bondi -. Ritengo che da questo momento il presidente Berlusconi debba ricevere non solo la più ampia fiducia e solidarietà ma soprattutto la assoluta e incondizionata libertà di decisione e di iniziativa per quanto riguarda il futuro del partito».
«LA LEGA HA FATTO IL SUO DOVERE» – La Lega, che fino all’ultimo ha cercato di tenere la posizione, dopo il voto ha preso di fatto le distanze dal principale alleato. Ammettendo che la sconfitta c’è stata ed è stata netta. E attribuendone la responsabilità direttamente a Silvio Berlusconi. In mattinata Umberto Bossi, andando a votare poco prima della chiusura dei seggi, aveva sottolineato che «la Lega ha fatto il suo dovere, un partito che è una assicurazione dei cittadini». Come dire che forse qualcun altro non lo ha fatto. A Ignazio La Russa, che in una intervista aveva affermato che a Milano al primo turno sono mancati i voti della Lega, il numero uno del Carroccio ha risposto con una battuta: «Siamo stati gli unici che in qualche modo siamo andati in strada. Va be’ che La Russa è da solo e quindi anche se va in strada non lo vede nessuno…».
Fonte corriere.it