Pisapia: dialogo con i cattolici Ma avanti su gay e coppie di fatto

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Di Massimo Mele il 21 Novembre 2010. Nessun commento

A dicembre la convention per il programma. Il Pd: gesto che apprezziamo Steccati Chi in questi giorni ha posto steccati è mosso solo dal pregiudizio, perché non conosce la mia vita e la mia storia Bene Onida Apprezzo molto Valerio Onida: è una ricchezza per la città. Il Pd invece non voterà mai Albertini

MILANO. Sicuro di poter intercettare anche i voti dei cattolici e dei centristi. «Perché se si parte dai bisogni posso non solo ascoltare ma anche dare delle risposte che il centrodestra non ha mai dato, su temi come casa e lavoro». Ma anche la volontà di fare di Milano la capitale dei diritti. Senza nessuna discriminazione. A partire dal registro delle unioni di fatto. Tutte, anche le coppie gay: «Perché sono scelte che devono essere rispettate, in cui non può entrare nè il sindaco nè il presidente del Consiglio». Giuliano Pisapia risponde ai mal di pancia dei cattolici del Pd, alle lusinghe dei centristi che chiedono ai democratici di fare un passo indietro sulla sua candidatura. E lancia il suo progetto costituente, con la convention di dicembre, dove insieme ai tre candidati alle primarie e i partiti della coalizione (in primis il Pd, «i cui vertici mi auguro siano riconfermati») si metterà a punto il programma che dovrà essere una «sintesi comune dei punti innovativi proposti da ogni candidato». Una mossa che rende più distesi i rapporti con i democratici: «È un gesto di apertura politica che apprezzo» dice il segretario Roberto Cornelli. Insomma, Pisapia cerca di allargare il perimetro dell’ alleanza, di «riconsolidare» il rapporto con il Pd, ma nello stesso tempo rivendica la sua appartenenza politica. «Chi in questi giorni ha posto steccati è mosso solo dal pregiudizio, perché non conosce la mia vita, la mia storia e il mio programma». Il riferimento è sia alle dichiarazioni delle due esponenti cattoliche del Pd, Mariapia Garavaglia ed Emanuela Baio che hanno chiesto ai democratici di «rinnegare» il risultato delle primarie, sia alle «sirene» dell’ Udc che incitano il Pd a «mollare» Pisapia. «Ho sentito dichiarazioni avventate da parte dei centristi, persone che sperano di confinarmi in una nicchia. Non ce la faranno». Nel giorno in cui Sinistra e Libertà in Regione presenta una proposta di legge per rendere disponibili i farmaci a base di cannabis, Pisapia si dice sicuro che il mondo cattolico «risponderà in base ai bisogni» e «non in base alle indicazioni dei partiti». E aggiunge: «Le polemiche secondo cui io sarei troppo minoritario o troppo di sinistra sono smentite dai fatti e più vado in giro fra la gente e più me ne accorgo». Un altro messaggio lo lancia a Valerio Onida, sfidante alle primarie, e pronto a lanciare una sua lista civica di appoggio a Pisapia. «Lo apprezzo molto. Onida è una ricchezza per la città». Per quanto riguarda il possibile appoggio dei cattolici del Pd a Gabriele Albertini è lapidario: «Sono sicuro che non ci sarà un elettore del Pd che non potrà non votare un candidato che è di sinistra per votare invece un candidato che, per dieci anni, è stato sindaco di questa città per il centrodestra, e fra l’ altro amministrando male: questa è la distinzione fra chi parla per pregiudizio e chi conosce la realtà milanese». A sostegno di questa tesi arriva la dichiarazione di alcuni esponenti del Pd di area cattolica: «In politica dovrebbero ancora contare la consapevolezza di ciò che si fa e la coerenza – scrivono Patrizia Toia, Ezio Casati e Carlo Borghetti – la pagina delle primarie per la scelta del candidato sindaco non può essere “strappata” e sostituita da un altro libro. Lo diciamo fin d’ ora, appoggeremo Giuliano Pisapia». Non lo preoccupa neanche un possibile governo tecnico con un’ alleanza Pd-Udc: «Milano è una città che ha la forza di essere autonoma. Con delle politiche locali diverse da quelle nazionali». Ma c’ è anche un altro capitolo a cui Pisapia non vuole rinunciare per nulla al mondo. La questione dei diritti. Lo ribadisce con forza. «Milano diventerà la capitale dei diritti. Non ci devono essere discriminazioni per nessuno ma pari opportunità per tutti: per i musulmani, per i rom, per gli orientamenti sessuali». Se diventerà sindaco istituirà il registro delle unioni di fatto. Per tutte le coppie. Anche quelle omosessuali. «Qualsiasi tipo di rapporto indipendentemente dagli orientamenti sessuali». D’ altra parte, ricorda che nella Torino di Chiamparino, è passato il testamento biologico e gran parte delle città italiane hanno già un registro delle unioni di fatto. Spaventato dalla possibile reazione dei cattolici? «Il mondo cattolico tiene conto dei bisogni delle persone. E noi vogliamo tutelare tutti, a partire dagli aiuti per le famiglie bisognose».

Maurizio Giannattasio corriere.it

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