Vi ricordate di Cesare Ragazzi? Negli anni ’90 i suoi parrucchini attaccati con il biadesivo spopolavano fra i tanti, e tante, che vedevano diradarsi la propria capigliatura e sembravano una valida alternativa alle diverse soluzioni fino a quel momento utilizzate: dal classico riporto, tragico nelle giornate ventose, al trapianto, o autotrapianto, dai costi elevatissimi e dagli effetti incerti, passando per improbabili lozioni miracolose o ridicoli camouflage con polveri colorate che si sciolgono alle prime piogge. Sono migliaia le soluzioni proposte per combattere il diradamento e la perdita dei capelli, naturali o chimiche, con costi spesso elevati ed effetti pressoché nulli. Un mercato enorme prodotto dalla disperazione che spesso attanaglia chi vede diminuire quotidianamente la quantità di capelli in testa. Si perché la perdita di capelli, soprattutto in età giovanile, è vissuta spesso in maniera traumatica. I capelli sono un elemento fondamentale della propria immagine, cioè dell’idea sul proprio aspetto che ciascuno ha, e che ritiene abbiano gli altri.
Per molte persone il diradamento, o alepecia, e la definitiva caduta dei capelli, inducono a percepirsi invecchiati anzitempo, poco attraenti esteticamente, non desiderabili sia nelle relazioni sociali sia in quelle professionali. Quando la persona colpita è giovane è ancora più marcata la perdita di sicurezza globale e il senso di inadeguatezza. Per gli over 40 la calvizie rappresenta l’inizio della vecchiaia, la perdita della giovinezza e della bellezza, con forti conseguenze negative sull’autostima e nelle relazioni sociali. In qualunque età la perdita dei capelli non è quasi mai accettata.
Da alcuni anni si è fatta strada in campo estetico una tecnica tesa ad ovviare ai classici problemi legati alla caduta, come la stempiatura o la cosiddetta “chierica” e agli inestetismi dovuti a cicatrici o problemi della cute. Di cosa si tratta ce lo spiega Vincenzo Coni, della Dermatrico Repair, il centro sorto a Cagliari alcuni anni fa e poi approdato da Roma a tutta la penisola. “Attraverso l’ausilio di un ago si introduce del pigmento (colore) nel cuoio capelluto, andando a ricreare un “effetto rasato” nelle aree colpite da calvizie, alopecia o diradamento” ci dice nel centro di Monserrato in cui lavora. “E’ un trattamento che dà risultati otticamente naturali e, a differenza del tatuaggio, è reversibile visto che i pigmenti utilizzati spariscono nell’arco di 18/24 mesi se non ci si sottopone ad un mantenimento”. Esistono controindicazioni o effetti collaterali? “No, direi nessuno se fatto con la giusta strumentazione da personale preparato. Un po’ come i tatuaggi”. Durante l’intervista arrivano due ragazzi sui 35 anni, capelli rasati e abbronzatura “Ecco, loro sono due miei clienti” ci dice. Effettivamente non avremmo mai pensato si trattasse di una tricopigmentazione. “La trico può essere d’aiuto anche nei casi di autotrapianto, per aumentarne la densità” aggiunge “ma attualmente, considerato che il capello rasato va di moda, suggerirei di provare solo questo e lasciar stare interventi chirurgici invasivi e costosi”.
Per maggiori informazioni si può consultare il sito della Dermatrico repair
Foto fonte Dermatrico repair
2 Responses to Perdi i capelli? Non sognarli … disegnali!