Il silenzio dei media, come sempre, accompagna le manovre politiche del Vaticano anche in questa crisi, il disperato tentativo da parte delle gerarchie di salvare il berlusconismo
Non è solo omertà e antica consuetudine a non criticare la Chiesa, a destra e ormai a sinistra. Si tratta spesso di dimenticanza. Il peso della Chiesa, nella vita quotidiana, si è talmente ridotto da far pensare che il Vaticano non giochi più un ruolo politico importante nelle scelte del Paese.
Ma purtroppo non è così. A una crescente insignificanza del messaggio morale della Chiesa nella società corrisponde una crescita esponenziale dell’attività lobbistica nei palazzi del potere. I vescovi sono stati decisivi nel dare l’ultima spallata al governo Prodi nel 2008 e ora vogliono esserlo nel mantenere in vita l’agonizzante berlusconi-smo. A dispetto perfino degli umori della base, rispecchiati dalle critiche rivolte a Berlusconi dalla stampa cattolica, critiche feroci accompagnate dal disgusto per gli scandali personali e sessuali del premier. Ma il fatto che Berlusconi non incarni le virtù del buon cristiano non conta per il cardinal Bertone e compagnia. Non quanto gli affari veri, concreti. In anni di tagli lineari, l’unica curva concessa da Tremotìi riguarda gli interessi della Chiesa. Si tagliano i fondi alla scuola pubblica, ma non le sovvenzioni, peraltro incostituzionali, alle private.
La propaganda berlusconiana non lascia passare giorno senza scagliarsi contro gli sprechi, le troppe assunzioni di insegnanti, i troppi stipendi pubblici che si mangiano tutte le risorse per l’istruzione. Nessuno ricorda a Berlusconi, Tremonti, Gelmini e ai sottostanti direttori del Giornale e di Libero che il più grande spreco della scuola pubblica negli ultimi vent’anni è stata l’assunzione di massa di ventimila insegnanti di una materia facoltativa, la religione cattolica. Ovviamente realizzata sotto il governo Berlusconi.
Che cosa pretende allora la Chiesa dal vecchio berlusconismo al tramonto? Altri favori, altri privilegi, fino a che dura. La firma su questo o quel decreto, su questa o quella esenzione fiscale, privilegio, regalia di Stato. Non importa se durante una pausa del bunga bunga. Per ottenere questo la Chiesa è disposta a passare sopra scandali e bestemmie, è pronta a fare pressioni inaudite sui cattolici in Parlamento e a organizzare cene a casa Vespa per progettare l’ingresso dell’Udc nella maggioranza.
Perfino per un anticlericale si tratta di uno spettacolo desolante e quasi sorprendente. Alla fine, di un cultura cattolica più nobile e lungimirante avremmo bisogno anche noi mangiapreti.
[articolo di Curzio Maltese, da “Il Venerdì” de La Repubblica 24 dicembre 2010]