Per Bersani la Costituzione è etero: no ai matrimoni gay

Home » News » Per Bersani la Costituzione è etero: no ai matrimoni gay

Di Massimo Mele il 15 Maggio 2012. Nessun commento

Mentre in tutto il mondo si discute del si ai matrimoni gay da parte del democratico Obama, del socialista francese Hollande ma anche dei conservatori Cameron, Inghilterra, e Key, Nuova Zelanda, Bersani, segretario del PD, dichiara di essere contrario. Un no che pesa non solo fra le persone omosessuali, perchè il discorso non è più sui diritti dei gay, ma sull’uguaglianza formale di tutti i cittadini davanti alla legge. Per Bersani gay e lesbiche sono meno cittadini degli etero (ma uguali davanti al fisco).

«Una regolazione moderna delle convivenze stabili tra omosessuali è un elemento di civismo, che un governo deve affrontare», spiega Bersani in un’intervista all’Unità.

«E’ chiaro che se la questione non verrà risolta da questo governo toccherà a noi farlo». Sulle modalità specifica: «Terrei fuori dal dibattito la parola matrimonio, che da noi comporta una discussione di natura costituzionale, al contrario di altri Paesi. Tuttavia dobbiamo dare dignità e presidio giuridico alle convivenze stabili tra omosessuali perché il tema non può essere lasciato al Far West». Quale Costituzione signor segretario? Forse quella dei cattolici e della destra, perchè quella italiana, in nessun articolo, parla di una famiglia composta unicamente da uomo e donna.
Eppure su questa ignoranza, ovvero non conoscenza della nostra Carta Costituzionale, Pier Luigi Bersani motiva il suo no ai matrimoni e si ad una generica regolazione delle unioni gay, ovvero la stessa posizione da tempo assunta da FLI e PdL.
Anna Paola Concia, deputata del Pd, chiede un «impegno» del partito. «Il momento di decidere è adesso e il nostro impegno in tale senso è fondamentale. A questo punto, visto che in Commissione Giustizia alla Camera la discussione è iniziata e ci sono diverse proposte a firma di deputati del Partito democratico, ti chiedo una riunione urgente con la segreteria del partito, insieme ad Ettore Martinelli ed altri, per decidere quale di queste proposte di legge il Pd vuole sostenere in Commissione». E quindi Anna Paola Concia chiede di «decidere con chiarezza quale modello giuridico scegliere e poi sostenerlo con tutta la convinzione necessaria, per portare a compimento una legge di civiltà che il nostro paese aspetta da trent’anni».
«La vera democrazia passa attraverso i diritti delle persone e Barack Obama e François Hollande lo hanno sottolineato», dice il senatore Ignazio Marino: «Un Paese moderno non può permettersi di arretrare giustificando la discriminazione delle coppie omosessuali. Un partito come il Pd, che si candida alla guida del Paese, deve occuparsi di questo problema: l’Italia non si è ancora dotata di una legge che equipari i diritti e i doveri di tutte le coppie, a prescindere dall’orientamento sessuale. Ed è sorprendente che una regola di base della democrazia, come l’uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini, sia ignorata e venga piuttosto trattata come un tema di dibattito e di contrasto politico. Bisogna invece elaborare una proposta di legge seria, in linea con le legislazioni degli altri Paesi: ciò che conta veramente è che i diritti di tutte le coppie legate da un rapporto affettivo e d’amore siano gli stessi, a prescindere dal genere di chi ne fa parte. Qualsiasi altra visione è datata. Ben diverso è quanto accade nel resto d’Europa, dove ben 20 paesi, dal Portogallo, alla Finlandia, dalla Francia alla Germania, alla cattolicissima Irlanda e alla Slovenia, hanno adottato normative che garantiscono e tutelano i diritti di tutte le coppie, comprese quelle omosessuali». Lo stesso Marino ha poi rincarato la dose in diretta radiofonica alla trasmissione ‘Un giorno da pecora’ con un vero e proprio appello allo stesso Bersani: “Pierluigi dillo. Io sono sicuro che sei favorevole all’unione di coppie omosessuali che abbiano gli stessi diritti delle coppie sposate, e che possono crescere dei bambini. Pierluigi, sei d’accordo o no? Rispondi”.

Parole di attesa anche da parte delle associazioni omosessuali. La considera una posizione ancora «troppo astratta» Fabrizio Marrazzo del Gay Center. Chiede chiarimenti anche Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia: Bersani «chiarisce che bisogna mettere in campo una legge sulle unioni gay, quindi, lasciando perdere proposte come i Dico pasticciate e tutte tese a non riconoscere la dignità degli amori omosessuali. Stabilito che purtroppo per ora sul matrimonio il Pd non vuole impegnarsi, qual è la proposta che intende sostenere? Il modello tedesco o inglese? Quello francese piuttosto che quello croato? Insomma tracciato il confine, il Pd ha il dovere di scegliere, perché si tratta di ipotesi molto differenti fra loro».

Franco Grillini, ora nell’Idv, precisa che: «Non è vero che la nostra Costituzione preclude il riconoscimento del matrimonio agli omosessuali. A confermarlo, ci sono le sentenze della Corte costituzionale e della Suprema Corte di Cassazione». Quest’ultima «afferma che è “radicalmente” superata la concezione, secondo la quale è necessaria la diversità di sesso per il matrimonio. La Cassazione si spinge anche più in là, dicendo che d’ora in avanti le coppie omosessuali potranno ricorrere al giudice ordinario per vedersi riconosciuti i diritti analoghi a quelli delle coppie sposate».

Pubblica un commento