“Nessun intento offensivo o canzonatorio da parte mia, come evidente ai più, ma anzi quasi un auspicio – certo scherzoso – in un momento in cui al Senato si assisteva ad un deprimente dibattito sulle unioni civili e sulle contraddizioni fra diritti civili e stepchild adoption”. E’ lo sfogo di Claudio Piras, il consigliere comunale di Porto Torres salito agli onori delle cronache per una foto che lo ritrae, con la fascia tricolore, davanti a due uomini in municipio.
“Una foto scattata da mia moglie da un’angolazione diversa durante la celebrazione del matrimonio” ci dice Piras al telefono “dalla quale sembra proprio che siano i due uomini a sposarsi, invece si trattava di uno dei testimoni”. La foto poi viene pubblicata con una frase erroneamente presa per ironica mentre si trattava di un’auspicio e di una constatazione “Unioni civili, Porto Torres è già avanti!”. E infatti la città si dotò di un registro delle Unioni Civili già nel lontano 2007, proposto dall’allora consigliere UDEUR, oggi PD, Massimo Ledda, durante il Governo del sindaco Luciano Mura, con due soli voti contrari.
“Quello che più mi dispiace, oltre al coinvolgimento degli sposi vittime inaspettate, è dovuto alla manipolazione politica del caso in questione, attuata proprio da chi rappresenta il partito carnefice di questo disegno di legge”, continua il consigliere con una punta di amarezza “il quale partito (il PD ndr), ha fatto cadere in trappola alcuni cittadini, anche se in numero ridotto, poco attenti al contenuto ma molto veloci ad indignarsi.”
La pubblicazione della foto ha poi scatenato il dibattito sulle Unioni Civili e sulle adozioni sia in rete che durante la cerimonia “E devo dire che quelli più aperti e disponibili ad accettare le famiglie omogenitoriali sono i più anziani mentre fra i giovani permane ancora qualche pregiudizio” chiosa Piras
“Perciò non posso scusarmi se qualcuno si è sentito offeso in qualche modo dal mio post,” continua nella sua nota su Facebook “perché non era mia intenzione urtare la suscettibilità di alcuno, ma anzi il mio intendimento era davvero rivolto nella direzione opposta. Cosa peraltro ben compresa dai miei amici e conoscenti, virtuali e non, che ben conoscono le mie posizioni in materia ed il mio impegno, dentro e fuori dal consiglio.”
Il consigliere si sente ingiustamente messo alla berlina e si dice dispiaciuto che anche il MOS sia caduto nel tranello ordito da consiglieri avversi ma si rende “disponibile per continuare a supportare le iniziative del MOS a difesa dei diritti della comunità LGBT, cosa che tra l’altro faccio senza bisogno di selfie da pubblicare in rete per ricevere consensi.”
Il MOS accoglie positivamente la spiegazione fornita dal consigliere Piras e attende di vedere atti concreti nella direzione del sostegno ai diritti di gay e lesbiche