I gay discriminati come le donne PdL addittate come puttane” dice Straquadanio. “Anche la pedoflia è un orientamento sessuale” dice Luisa Santolini. PdL e cattolici sfoderano tutti i luoghi comuni più omofbici per affossare la legge
Roma – E’ iniziata in un’aula poco affollata (complice il lunedì mattina e la campagna elettorale) la discussione generale sulla legge contro l’omofobia, proposta dal Pd. Presente però il ministro Mara Carfagna che sulla vicenda si è schierata con il Pd e contro la maggioranza.
Le posizioni restano quelle di partenza con la Lega e l’Udc contrari al provvedimento, il Pdl disponibile ma preoccupato di evitare ogni strumentalizzazione e l’opposizione, Pd in primis con la relatrice di minoranza Anna Paola Concia, che spinge per il via libera alla legge. Il testo tornerà in aula a giugno e non si esclude la richiesta del voto segreto: “Intanto vediamo come si comporterà il Pdl. E comunque – dice Concia – non è escluso che chiederemo il voto segreto”. Ma il provvedimento dovrà passare prima attraverso le pregiudiziali di costituzionalità presentate oggi da Pdl, Lega e Udc.
Nonostante le poche sorprese riguardo le posizioni delle forze politiche, a Montecitorio non sono mancati comunque momenti di tensione. Tra i protagonisti Giorgio Stracquadanio del Pdl che nel difendere il centrodestra dalle accuse dell’opposizione per aver bocciato la legge contro l’omofobia, ha fatto presente che “non da questa parte è venuta, negli scorsi mesi, un’aggressione alla libertà sessuale delle persone”. L’aggressione di cui parla Stracquadanio sarebbe quella contro esponenti e militanti del Pdl: le aggressioni ai gay sono sullo stesso piano di quelle subite “in questi giorni di campagna elettorale dalle nostre donne che vengono additate come puttane e che sono state additate come puttane da manifestazioni intere“. La presidente di turno, Rosy Bindi, cerca di frenare il deputato: “Onorevole Stracquadanio, siccome la parola l’abbiamo capita, la può anche usare una volta in meno”. Ma l’esponente Pdl non ci sta: “Lei mi ha interrotto, presidente! Mi lasci concludere!. Signora presidente, credo che a volte la realtà bruci quando la si richiama e quando questa discriminazione…”. La Bindi la chiude lì: “Non glielo consento, onorevole Stracquadanio. Il suo tempo è terminato, mi dispiace”.
“Non vi è la volontà di affossare il lavoro fin qui svolto, con tanta passione, dall’onorevole Concia, ma di verificare se vi sono le condizioni per portarlo a termine”. Così Enrico Costa del Pdl, ora relatore di maggioranza di un nuovo testo contro l’omofobia, spiega la posizione del centrodestra sulla norma. Costa avverte che la disponibilità a lavorare sul tema è però ‘condizionata’: “Per fare ciò è necessario che i proponenti -sottolinea- si sottraggano alla tentazione di ottenere una legge manifesto, di provare a dividere la maggioranza, di individuare queste norme come ‘apripista’ per altre controverse innovazioni del nostro ordinamento”. Per Costa “non è ben chiaro quanto tempo occorra per trovare soluzioni adeguate. Sicuramente per trovarle occorrerà l’apporto di tutti e, in primo luogo, dell’onorevole Concia”.
Tuttavia l’apertura dell’esponente del Pdl non trova altrettanta flessibilità nella Lega. Massimo Polledri del Carroccio boccia la legge proposta dal Pd: “Vogliamo uno Stato che tuteli la persona nella sua interezza, che tuteli tutti senza fare del vittimismo in relazione agli insulti che sono stati dati”. Del resto, prosegue, anche i leghisti hanno subito discriminazioni ma non vogliono essere trattati come una minoranza: “Pensate che sia stato facile per noi essere stati leghisti, inizialmente, in Emilia Romagna e che abbiamo ricevuto un trattamento uguale rispetto ai colleghi medici di altre parti? Potrei scrivere un libro su questo tema, ma, francamente, ritornerei in quel vittimismo che oggi deve essere non ad appannaggio delle categorie che si candidano a dirigere questo Paese”.
Nonostante la presentazione delle pregiudiziali da parte di Pdl, Lega e Udc, Concia spera ancora di raggiungere un’intesa: “Un testo condiviso che possa arginare il fenomeno, secondo me, continua a essere un obiettivo raggiungibilissimo e continuerò a perseguirlo tenacemente e generosamente insieme al mio partito”. Certo, non sarà facile. Soprattutto con l’Udc si sono manifestate le distanze più profonde.
Scintille tra il Pd e i centristi durante gli interventi di Rocco Buttiglione e Luisa Santolini. “Il mio orientamento sessuale è l’eterosessualità, ma c’è ne sono anche altri, come l’omosessualità e la pedofilia“, dice la deputata dell’Udc. Parole che fanno infuriare la Concia: ”La pedofilia è una malattia, non certo un orientamento sessuale!”, replica l’esponente del Pd. Mentre per Buttiglione “l’effetto vero di questa legge è promuovere l’omosessualità come stile vita in Italia”. Concia ha riservato per Buttiglione alcune stoccate nel suo intervento finale: “La sua contrarietà alla legge è per ragioni personali. Nel 2004 il Parlamento europeo ne bocciò la nomina a commissario giustizia per aver definito l’omosessualità un peccato. Purtroppo Buttiglione non ha fatto progressi, è rimasto lì”.
Fonte ADNKronos