Monitor, trasmissione di approfondimento di Videolina, parla di omofobia e manifestazioni per l’orgoglio GLBT con rappresentanti di MOS e ARC. La Destra, il PdL e i grillini affondano nei luoghi comuni e dimostrano tutta la loro omofobia interiorizzata.
Giovedì sera, per due ore, nella trasmissione MOnitor di Videolina “Articolo 3: senza distinzione di sesso” si è parlato di omofobia, Pride, coppie gay e lesbiche, adozioni e transgenderismo. Una discussione per lo più pacata dove Carlo Cotza per l’ARC di Cagliari e Massimo Mele per il MOS di Sassari, hanno cercato di spiegare il significato del Pride, l’orgoglio GLBT, e dell’omofobia, sopratutto quella interiorizzata che porta molte persone, pur non ritenendosi tali, ad assumere posizioni discriminanti nei confronti delle persone gay, lesbiche e trans. In studio anche il presidente della commissione Affari generali del Comune di Cagliari Filippo Petrucci (sta lavorando al Registro delle unioni civili), il capogruppo del Pdl a Cagliari Giuseppe Farris, il farmacologo Gianluigi Gessa, il segretario provinciale de La Destra Daniele Caruso, Gianluigi Piras, assessore a Jerzu, Comune che ha inviato il tricolore in occasione della fiaccolata contro l’omofobia la scorsa settimana a Cagliari, Laura Grasso, ex dirigente nazionale dell’Arcigay e Kirsten Thiele, pastora della chiesa evangelica luterana.
Negli interventi iniziali sembra esserci quasi sintonia fra gli ospiti: tutti condannano l’omofobia e tutti si dicono disponibili a una qualche forma di riconoscimento delle unioni fra omosessuali: “è giusto che anche loro abbiano il diritto di visitare il partner in ospedale o in carcere” e che vengano riconosciuti, in qualche modo, i loro diritti individuali. Ovvero, concediamogli anche qualche diritto, non facciamoli morire in solitudine ma poi ritorniamo a parlare dei problemi veri che affligono la popolazione. Questa tesi viene esplicitata dal grillino Francesco Perra che rifiuta persino l’esistenza dell’omofobia perchè quello che uno fa in privato sono fatti suoi. “Il matrimonio è fra un uomo e una donna … come fai ad istituirlo per le coppie gay …. a questo punto possiamo sposarci anche in tre o con il nostro animale” (sic!) Nell’ultimo intervento il grillino esplicita tutta la sua omofobia, negando che esista un problema omofobia/omosessualità sostenendo che i problemi sono altri: la globalizzazione, Equitalia, la disoccupazione, la pensione ecc. Come se gay e lesbiche, oltre ad essere privati dei diritti, non vivessero tutte le problematiche del resto della società, essendo anche loro cittadini a tutti gli effetti, che lavorano, invecchiano, si ammalano e così via. Le posizioni del grillino sono condivise dal segretario de La Destra e da un altro commentatore fra il pubblico, il primo attorniato da giovani in divisa simil naziskin: jeans sbiaditi a vita alta, polo, bretelle e testa rasata, impegnati a fare lo sguardo truce ma sembrano per lo più dei pulcini spauriti. Il commentatore, del comitato di lotta contro Equitalia, sprofonda invece nel volgare, quando cerca di fare una differenziazione fra i gay buoni (??) e quelli che la sera vanno al porto a corrompere i ragazzini con pacchetti di sigarette in cambio di “una seghetta”. E nel dirlo, inquadrato dalle telecamere, fa anche il gesto della masturbazione con la mano.
Anche il consigliere del PdL, dopo aver sottolineato la sua estraneità all’omofobia, aggiunge il solito “però” che lo rigetta nei più banali luoghi comuni dell’omofobia istituzionale, tipo “la famiglia è un’altra cosa”, “i bambini devono avere un padre ed una madre” ecc. Poi fa un esempio che lascia interdetti i presenti “se una coppia lesbica accede a metodi di fecondazione eterologa in Olanda e quando ritorna in Italia qualcosa nella coppia va male e si separano, che fine fa il bambino, cerca il padre biologico?”. Mele chiede “E se la coppia è etero, il bambino che fa?”. Nessuna risposta, il problema esiste solo se la coppia è lesbica, i bambini delle coppie etero nati da fecondazione eterologa, si sa, sono diversi!
Kirsten Thiele, della chiesa luterana, interviene poco ma le sue parole scatenano più volte gli applausi dei numerosi gay e lesbiche presenti “Gay non si nasce o si diventa, gay si è e noi, semplicemente, ne prendiamo atto e rispettiamo le scelte di vita delle persone”. Il farmacologo Gessa conclude la trasmissione ricordando come la malattia non sia l’omosessualità che è naturale ma l’omofobia, che rappresenta appunto una patologia che, spesso, deriva da un’omosessualità latente “Esiste un test per verificare il reale orientamento sessuale delle persone” e, rivolgendosi ai rappresentanti de La Destra, chiede “Voi siete disponibili a sottoporvi al test?”. Risata generale e applausi mentre i “destrini” si guardano sconcertati (e all’uscita avvicinano il farmacologo per assicurare che loro sono “maschi veri”)
Carlo Cotza e Massimo Mele chiariscono cosa sono omofobia e discriminazione, puntualizzano sul significato del Pride, che è una festa ma anche una manifestazione per i diritti delle persone GLBT e rivendicano il diritto di chiunque a partecipare come vuole “Noi siamo per il completo rispetto di tutti e tutte, dei loro diritti, della loro persona e dei loro modi di esprimersi. Pride significa orgoglio, non ostentazione, l’orgoglio di chi finalmente alza la testa e afferma la propria identità, che non è la propria sessualità. Quindi basta collegare omosessualità a sesso, il sesso è un fatto privato, l’essere omosessuali, un fatto pubblico. Venite alle manifestazioni come vi pare, il 23 a Sassari e il 30 a Cagliari. Venga il nostro regno!”.
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