Roma, 1 giu. (Adnkronos) – Sì al referendum sul nucleare. Lo ha deciso l’ufficio centrale elettorale presso la Corte di Cassazione. In particolare, è stata accolta l’istanza presentata dal Pd volta a trasferire il quesito sulla nuova norma appena votata sul nucleare. In pratica il referendum, il prossimo 12 e 13 giugno, si svolgerà sui commi 1 e 8 dell’articolo 5 del decreto omnibus.
Soddisfazione da parte dell’avvocato Gianluigi Pellegrino, legale del Pd. ”Si afferma la forza serena della Costituzione contro il tentativo giuridicamente maldestro di raggirare il corpo elettorale, cioè 40 milioni di cittadini”.
Con la decisione della Cassazione, gli elettori che si recheranno alle urne il 12 e il 13 giugno troveranno, oltre alle schede sull’acqua e sul legittimo impedimento, anche quella sul quesito che chiede di bloccare per sempre i progetti nucleari del governo. La decisione della Cassazione, che ha accolto l’istanza del Pd, è stata presa da 18 magistrati presieduti dal più anziano, Antonino Elefante.
Alla notizia del sì al referendum, un gruppo di esponenti del comitato referendario, tra i quali il verde Angelo Bonelli, hanno accolto il verdetto tra applausi e soddisfazione.
Per Rosy Bindi, presidente dell’Assemblea del Pd, ”il via libera della Cassazione restituisce ai cittadini quel diritto al voto sul referendum contro il nucleare che il governo aveva tentato di scippare. E ora l’opinione pubblica, contrariamente a ciò che pensa il presidente del Consiglio – aggiunge -, potrà dimostrare la sua maturità votando sì a tutti i quesiti”.
Intanto, la Commissione servizi e prodotti dell’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nella riunione del 30 maggio scorso, dopo un’interlocuzione con la Commissione parlamentare di vigilanza, ha rilevato che ”la collocazione nei palinsesti dei messaggi autogestiti relativi ai referendum del 12 e 13 giugno, finora attuata dalla Rai, non è conforme ai principi del regolamento della Commissione sulla par condicio referendaria”.
L’Autorità, si legge in una nota, ha, pertanto, rivolto un richiamo alla concessionaria pubblica ”affinché realizzi una collocazione dei messaggi idonea a garantire l’obiettivo del maggior ascolto, come previsto dalle disposizioni vigenti”. Nell’esercizio della sua funzione di vigilanza, l’Agcom, attraverso il monitoraggio della programmazione, ”verificherà l’osservanza del richiamo, nonché dell’invito già rivolto alla Rai ad incrementare l’informazione sui referendum. In caso di inosservanza, adotterà i conseguenti provvedimenti previsti dalla legge”.