L’abate virginiano -intervistato dal giornalista avellinese Ottavio Giordano – ha emesso il suo veto nei confronti degli omosessuali, a partire da Vladmir Luxuria
NAPOLI – Mamma Schiavona vietata ai gay. L’icona bizantina custodita nel santuario di Montevergine, in Irpinia, con la benedizione della quale si svolgono tradizionalmente i cosiddetti «matrimoni dei femminielli» , è al centro di una disputa tra clero e popolo gay. Da una parte l’abate Don Beda Paluzzi dall’altra Vladimir Luxuria. Alcuni anni fa la prima «cacciata dal tempio» in occasione della Candelora, la festa del 2 febbraio che prevede la «juta» , ovvero la salita dei femminielli al santuario mariano. Poi una lunga silenziosa tregua, fatta di indifferenza più che di tolleranza.
Ma quest’anno l’atmosfera è cambiata e l’omofobia si affaccia anche sulla festa dalle forti radici antropologiche. L’abate virginiano -intervistato dal giornalista avellinese Ottavio Giordano – ha emesso il suo veto nei confronti degli omosessuali, a partire da Vladmir Luxuria che ogni anno, per rivendicare il diritto alla fede, accende un cero a Mamma Schiavona. E in questo segue l’esempio di Pier Paolo Pasolini che volle risalire la montagna -e lo fece ad inizio anni Sessanta con Camillo Marino – per vedere Mamma Schiavona. Don Beda Paluzzi non usa perifrasi: «La presenza di Luxuria e dei gay non è gradita» . La replica di Vladimir arriva subito dopo la presentazione napoletana della manifestazione: «Fin dal medioevo i femminielli salgono da Mamma Schiavona per devozione e non per moda. Nessuno potrà impedire a queste persone di entrare in chiesa a pregare». Insomma ancora non sono state avviate le iniziative del programma dedicato alla difesa dei diritti civili delle «persone Lgbt» promosse come ogni anno dalla Rete per la Candelora a Montevergine, e già esplode la polemica.
E Vlady chiarisce: «Sono dieci anni che vado alla Candelora e l’ho sempre fatto con assoluto rispetto per il luogo e per tutti i credenti. Questo veto mi sembra un segnale di integralismo e di grande chiusura». Candelora Day è organizzato da una rete di associazioni con in testa i-ken di Carlo Cremona (e Rossofisso, Rouge, Zia Lidia Social Club e Famiglie Arcobaleno) che certo non faranno passi in discesa in questa tradizionale «salita».
Fonte: il Corriere del Mezzogiorno