NoiDonne 2005 contro la Nuova Sardegna: linguaggio sessista!

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Di Massimo Mele il 18 Novembre 2011. Nessun commento

Manifestazione delle donne in Piazza d’Italia

NoiDonne 2005, l’associazione femminile sassarese, scrive alla Nuova Sardegna per lamentarsi del linguaggio sessista utilizzato nella descrizione delle ministre del nuovo governo Monti. Mentre i ministri vengono descritti sulla base delle loro competenze, per le donne si sceglie di descriverne aspetto e dimensione privata, come la sottolineatura dell’essere nonna di due di loro. “Mentre per un uomo l’età non più giovane è sinonimo di autorevolezza per una donna è automaticamente dettaglio macchiettistico”, scrive Maria Francesca Fantato, presidente dell’associazione.
Sicuramente NoiDonne ha ragione, ma, a parzialissima difesa del giornale, potremmo dire che l’esigenza di descrivere le donne, che ricoprono ora ruoli di primo piano nella politica italiana, nella loro normalità (non più giovanissime e sobrie nel vestire), deriva forse dalla presenza, in tutto il recente passato, di donne premiate solo per la loro avvenenza o giovane età e provenienti dal mondo dello spettacolo o direttamente dalle feste del Premier. Ma ben venga la critica di NoiDonne che pubblichiamo integralmente:

Premessa

La Nuova Sardegna di oggi, 17 novembre 2011, a pag.2 a proposito dell’insediamento del nuovo governo Monti, titola: “Capelli grigi e tailleur, due le nonne”. L’articolo, a firma di Pietro Criscuoli, sottolinea: “C’è la chioma leonina di Paola Severino, 63 anni, napoletana, primo ministro donna della Giustizia. Ecco il viso rassicurante di Anna Maria Cancellieri: un prefetto di ferro al ministero dell’Interno. Ma sembra una buona mamma di famiglia. Anche lei, come la Severino, è nonna. Più in là c’è Elsa Fornero […]. Ha l’aria di un’arcigna professoressa di matematica.” Dei nuovi ministri si parla con tutt’altro registro: “Andrea Ricciardi, fondatore della comunità di S.Egidio”; “Corrado Passera, il banchiere con un dicastero di peso”.

Lettera

L’articolo a pag. 2 de La Nuova Sardegna del 17.11.2011 dal titolo “Capelli grigi e tailleur, due le nonne” offre un compendio della vergognosa rappresentazione che i media fanno della donna nel nostro paese: tutto si gioca sul suo aspetto e sulla sua dimensione privata. Delle nuove ministre (i giornalisti sono pregati di aggiornarsi e usare un linguaggio non sessista) interessa evidenziare il taglio di capelli, l’abito che indossano e soprattutto ricordare l’età avanzata, quasi vivessimo in un paese che solitamente premia la giovinezza e la freschezza delle idee quando si tratta di classe dirigente. Ma mentre per un uomo l’età non più giovane è sinonimo di autorevolezza per una donna è automaticamente dettaglio macchiettistico. Naturalmente poi non ci si può esimere da un riferimento alla dimensione familiare. Perché non rilevano la formazione acquisita, l’esperienza maturata, i riconoscimenti attribuiti a livello internazionale: una donna prima di tutto è madre – e magari nonna, come in questo caso – e quando non lo è il sospetto che l’assedia è massimo. Le ministre di cui sopra meritano e tutte le donne che leggono i giornali in questo paese (in questa città) esigono, con urgenza, una dignitosa rappresentazione della realtà.

P.S. I dati ci dicono che in Italia ci sono più donne che uomini che leggono.

Sassari, 17.11.2011

Maria Francesca Fantato
Presidente noiDonne 2005

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