NoiDonne 2005, l’associazione femminile sassarese, scrive alla Nuova Sardegna per lamentarsi del linguaggio sessista utilizzato nella descrizione delle ministre del nuovo governo Monti. Mentre i ministri vengono descritti sulla base delle loro competenze, per le donne si sceglie di descriverne aspetto e dimensione privata, come la sottolineatura dell’essere nonna di due di loro. “Mentre per un uomo l’età non più giovane è sinonimo di autorevolezza per una donna è automaticamente dettaglio macchiettistico”, scrive Maria Francesca Fantato, presidente dell’associazione.
Sicuramente NoiDonne ha ragione, ma, a parzialissima difesa del giornale, potremmo dire che l’esigenza di descrivere le donne, che ricoprono ora ruoli di primo piano nella politica italiana, nella loro normalità (non più giovanissime e sobrie nel vestire), deriva forse dalla presenza, in tutto il recente passato, di donne premiate solo per la loro avvenenza o giovane età e provenienti dal mondo dello spettacolo o direttamente dalle feste del Premier. Ma ben venga la critica di NoiDonne che pubblichiamo integralmente:
Premessa
La Nuova Sardegna di oggi, 17 novembre 2011, a pag.2 a proposito dell’insediamento del nuovo governo Monti, titola: “Capelli grigi e tailleur, due le nonne”. L’articolo, a firma di Pietro Criscuoli, sottolinea: “C’è la chioma leonina di Paola Severino, 63 anni, napoletana, primo ministro donna della Giustizia. Ecco il viso rassicurante di Anna Maria Cancellieri: un prefetto di ferro al ministero dell’Interno. Ma sembra una buona mamma di famiglia. Anche lei, come la Severino, è nonna. Più in là c’è Elsa Fornero […]. Ha l’aria di un’arcigna professoressa di matematica.” Dei nuovi ministri si parla con tutt’altro registro: “Andrea Ricciardi, fondatore della comunità di S.Egidio”; “Corrado Passera, il banchiere con un dicastero di peso”.
Lettera
L’articolo a pag. 2 de La Nuova Sardegna del 17.11.2011 dal titolo “Capelli grigi e tailleur, due le nonne” offre un compendio della vergognosa rappresentazione che i media fanno della donna nel nostro paese: tutto si gioca sul suo aspetto e sulla sua dimensione privata. Delle nuove ministre (i giornalisti sono pregati di aggiornarsi e usare un linguaggio non sessista) interessa evidenziare il taglio di capelli, l’abito che indossano e soprattutto ricordare l’età avanzata, quasi vivessimo in un paese che solitamente premia la giovinezza e la freschezza delle idee quando si tratta di classe dirigente. Ma mentre per un uomo l’età non più giovane è sinonimo di autorevolezza per una donna è automaticamente dettaglio macchiettistico. Naturalmente poi non ci si può esimere da un riferimento alla dimensione familiare. Perché non rilevano la formazione acquisita, l’esperienza maturata, i riconoscimenti attribuiti a livello internazionale: una donna prima di tutto è madre – e magari nonna, come in questo caso – e quando non lo è il sospetto che l’assedia è massimo. Le ministre di cui sopra meritano e tutte le donne che leggono i giornali in questo paese (in questa città) esigono, con urgenza, una dignitosa rappresentazione della realtà.
P.S. I dati ci dicono che in Italia ci sono più donne che uomini che leggono.
Sassari, 17.11.2011
Maria Francesca Fantato
Presidente noiDonne 2005