La manifestazione di “Sinistra Ecologia e Libertà” scalda la piazza, rilancia le primarie per la scelta del candidato premier e apre all’Udc di Pierferdinando Casini, al quale lancia una provocazione: ” Eri al family day, ma quanto ha distrutto la famiglia il gay pride e quanto, invece, le politiche economiche di Giulio Tremonti?”.
In 10.000 a piazza Navona hanno partecipato alla manifestazione “Ora tocca a noi“: un’iniziativa del leader di “Sinistra Ecologia e Libertà”, Nichi Vendola, per aprire il cantiere del nuovo centrosinistra. Tanti gli interventi sul palco da parte di esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo. Ha aperto la kermesse l’attore Paolo Sassanelli, seguito da Leo Gullotta, che interviene dal palco prima degli esponenti politici e lancia la prima stoccata al segretario del Partito Democratico: “Ma perché Bersani non c’è? Che motivo c’è di avere paura di venire qui…“.
Ha rimediato all’assenza del suo leader il deputato Pd Arturo Parisi, uno dei promotori del referendum sulla legge elettorale, che ha incalzato le forze del centrosinistra chiedendo primarie di coalizione subito. Gli fa eco Antonio Di Pietro, con un’altra frecciatina non tanto velata al segretario del Pd: “Il 5 novembre io ci sarò, e ci sarà anche Vendola, alla manifestazione del Pd. Perché noi non ci vergogniamo ad essere alle manifestazioni degli altri. Anzi, ne siamo orgogliosi“. Entrambi animano la piazza rilanciando l’esito positivo della raccolta firme per cambiare la legge elettorale: “Chi ha firmato il referendum crede nella politica e nella democrazia, altro che antipolitica”, incalza Parisi, sostenendo che “il cammino è ancora lungo ma in parte è già stato vinto anche perché due mesi fa ci prendevano per pazzi”.
Mentre Di Pietro approfitta per lamentarsi dell’atteggiamento degli alleati: “questi signori che applaudono il giorno dopo“, riferendosi ovviamente al Pd in occasione dei referendum su nucleare e acqua pubblica, “quando c’era da raccogliere le firme non c’erano, poi quando i referendum hanno raggiunto l’obiettivo avevano vinto tutti…“. Per il leader dell’Italia dei Valori è l’occasione di rafforzare l’asse con Vendola e affrettare la costruzione del programma per le prossime elezioni.
Presenti alla manifestazione di Sel numerosi esponenti politici: Fabio Mussi, Achille Occhetto, Claudio Fava, Franco Giordano e il neosindaco di Cagliari Massimo Zedda. Molti gli artisti accorsi a sostenere Vendola: Fabrizio Gifuni, Sergio Rubini, la coppia Scamarcio-Golino, Dario Vergassola, Fiorella Mannoia e Dario Fo, intervenuto con un videomessaggio.
Chiude la manifestazione il lungo e appassionato discorso del leader di Sel, Nichi Vendola: applaudito come una rock-star dalla piazza colma di bandiere rosse, il Presidente della regione Puglia tocca trasversalmente tutti i temi caldi di questi giorni. Esordisce rivolgendo un grazie a Napolitano: “La ringraziamo signor presidente della Repubblica per le sue parole di ieri contro la secessione e il popolo padano che non esiste. Ci aiuta a sentire attenuato il dolore che proviamo“. Poi prende a strattonare il governo incapace di affrontare la crisi economica (“Tremonti non è la medicina, ma la malattia“) e colpevole di avere svuotato di senso la parola “lavoro” a suon di manovre finanziarie inique e repressive. Sulle alleanze di partito ha le idee molto chiare: non basta raggruppare Pd, IdV e Sel, “bisogna tenere aperto il cantiere dell’alternativa ai giovani, ai maestri, ai ricercatori, alle donne, insomma al mondo“. Ovviamente la precondizione è rappresentata delle primarie, che non sono affatto “un concorso di bellezza, sono scelte culturali prima ancora che politiche“. E questo è ovviamente un invito a far presto rivolto ai colleghi riformisti del Pd, cui Vendola non risparmia critiche: “Basta chiamarsi ‘compagni’ e accoltellarsi alle spalle“.
Saranno disposti gli alleati a raccogliere la sfida? Vendola la sua personale campagna elettorale sembra già averla iniziata.
Fonte Universy.it