Nel paesino dei trans «Pagano affitti d’oro»

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Di Massimo Mele il 25 Ottobre 2010. Nessun commento

Alcune centinaia di persone manifestano contro la presenza delle trans lo scorso Luglio

Pubblichiamo un articolo del Corriere della Sera sulla presenza di transessuali a Lido di Classe, per quanto ricco di luoghi comuni, che sembra non ricollegare tale presenza al fatto che Lido di Classe sia la spiaggia gay più conosciuta del litorale adriatico. Anche il Corriere a volte fa cilecca.

Il caso di Lido di Classe (Ravenna) raccontato da Mtv. Amati dai proprietari di case, combattuti dai comitati

MILANO – Basta camminare per via Da Verrazzano, che corre parallela al mare, tra cielo e pineta, e le loro voci ti arrivano addosso. Quella del trans Ana Paula, che quando non si vende a qualche cliente, prega la Madonna nella sua casa piena di rosari e altarini, e perfino la suoneria del cellulare è una melodiosa Ave Maria: «Ormai non respiriamo più, polizia e carabinieri ci stanno addosso in continuazione, abbiamo paura di mettere il naso fuori di casa». E quella di Karol, pure lui trans brasiliano, che di giorno fa la parrucchiera, di notte la donna a pagamento, e racconta del suo colpo di fulmine con un italiano: «È stato amore a prima vista, ci siamo fidanzati dopo un’ora e siamo rimasti fidanzati anche quando lui ha scoperto che non ero donna… ». Ma c’è anche la voce di Terzino Giorgini, 74 anni, che quando non lavora nel suo ristorante, si trasforma in una sorta di accigliato custode della moralità di paese, guidando cortei e presidi, girando di notte, da anni in crociata contro le falene trans: «Non ce l’ho con loro, in casa facciano quello che vogliono, ma in strada no, ci sono i bambini, i giardini privati, d’estate i turisti». E c’è un sindaco, Fabrizio Matteucci, molto piddì e un po’ sceriffo, che per spaventare clienti e lucciole si inventò anni fa di avere nel cassetto foto compromettenti scattate in strada: «Era un bluff, venni inquisito dal garante della privacy e poi assolto: però la cosa funzionò come deterrente».

Lido di Classe non è naturalmente Sodoma, ma una località balneare del Ravennate che d’estate fa il pieno di turisti. L’etichetta di paese più «tra(n)sgressivo» del mondo se la ritrova appiccicata da anni. Da quando, seguendo chissà quali invisibili flussi, molti viados si concentrarono tra questi vialetti. «In certi periodi – raccontano – si è arrivati anche a 100-150 trans su poco più di 400 residenti, anche se adesso sono diminuiti». In questo microcosmo, dove legalità, integrazione e perbenismo fanno spesso a pugni, si sono calate nei mesi scorsi le telecamere di «Mtv», raccogliendo voci e volti che verranno proposti in settimana all’interno delle «News»
Un paese spaccato. Tra gente che protesta contro i trans. Ma anche gente che protesta contro chi protesta contro i trans: «C’è troppa intolleranza nell’aria – dice Valentina Bellotti, che lavora per una coop che fa prevenzione sanitaria alle prostitute -: manca qualsiasi mediazione sociale, non c’è mai stato un vero confronto con i trans». C’è gente che per strada si scansa alla vista di Ana o Dany o Jennifer: «Però di notte sono in tanti a cercarle, etero e gay… », sogghigna Giulio, titolare del sexy shop. «Per non parlare di quelli che speculano sui trans, facendo loro pagare affitti d’oro (e spesso in nero) per pochi metri quadri» aggiunge Omero Canali del Comitato civico, da tempo in rotta con lo zoccolo duro guidato da Giorgini.
LIDO DI CLASSE (Ravenna)Ora, in questa domenica di ottobre con la nebbia a mezz’aria, di viados in giro ce ne sono pochi. «Molti stanno pensando di andarsene» dice Nadia, parlando sottovoce, quasi avesse paura. La chiama «normalizzazione»: controlli in strada, arresti, multe. Il sindaco Matteucci la definisce invece ripristino della legalità: «La presenza dei trans è fortemente diminuita. Nelle case? Non è mia competenza». A suonare i campanelli ci pensano i vigili urbani: controlli periodici per verificare la regolarità dei contratti d’affitto e dei permessi di soggiorno. «I risultati sono buoni», dice il comandante Stefano Rossi. Sul muretto del lungomare hanno appeso una lettera. C’è scritto: «Stiamo assistendo a un pessimo film western con i “buoni” a cavallo del perbenismo e i “cattivi” viziosi». C’era una volta Bocca di Rosa…

Francesco Alberti 25 ottobre 2010 da il Corriere della Sera corriere.it

Ecco il video del servizio di MTV

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