Lo scontro ormai è alle stelle. Alessandra Mussolini minaccia di non votare per il Governo se la Carfagna non le presenta le scuse. La Carfagna, che ha annunciato le dimissioni da Governo e PDL, apostrofa la Mussolini come “bagassa”. Chissà forse il 14 Dicembre, giorno della fiducia al Governo, faranno anche la lotta nel fango per compiacere il loro leader Silvio. Eppure i temi sollevati sono di una certa importanza, ovvero la gestione del PDL in Campania, i termovalorizzatori, la mondezza, appalti per milioni di euro e l’affaire Cosentino, su cui pende ancora una richiesta d’arresto per Camorra. E mentre si sfalda la destra machista, corrotta, viziosa e ipocritamente repressiva (solo i potenti hanno diritto al sesso, alla droga e al divertimento), a sinistra non si muove nulla, tranne forse la componente teodem del PD che si scaglia contro la sinistra e delira su un terzo polo cattolico.
Un articolo di Repubblica sullo scontro tra Mussolini e Carfagna
La deputata Pdl alza il tiro contro la titolare per le Pari opportunità: “Non voto un governo in cui un ministro insulta le donne”. Mara non replica e incassa il sostegno di Caldoro contro Cosentino: “Necessario rinnovare la classe dirigente”. Cirielli: “Cosentino? Persona corretta. Mara mi chiese di piazzare i suoi”
ROMA – “O la Carfagna mi chiede pubblicamente scusa o io non voto la fiducia il 14 dicembre”. Così, al Tg La7, l’onorevole Alessandra Mussolini dà seguito al botta e risposta con il ministro per le Pari opportunità, in un’intervista che andrà in onda questa sera nell’edizione delle ore 20. “Avevo posto alla Carfagna una questione politica, ho avuto in risposta un insulto. O si scusa o non voto la fiducia a un governo dove c’è un ministro per le Pari Opportunità che insulta le donne”.
Mara Carfagna non replica, alle prese con la strettoia in cui ha infilato il Pdl con le sue annunciate dimissioni dal partito e dal governo in nome di una battaglia per il rinnovamento dei quadri che prende le mosse dal suo personale scontro con il coordinatore campano Nicola Cosentino. Dopo quello dei colleghi Frattini e Gelmini, oggi incassa il sostegno del governatore della Campania Stefano Caldoro. E a Repubblica Tv Italo Bocchino dichiara: “Altri stanno vivendo le stesse cose che ci hanno portato ad allontanarci dal Pdl. Le persone più fidate, come Carfagna, Biancofiore, Miccichè, sulla cui lealtà a Berlusconi non si può dubitare, contestano, come noi, la gestione del Pdl”.
Lo scontro con la Mussolini. La polemica è nata tra i banchi della Camera, la scorsa settimana. La Mussolini aveva visto il ministro parlare con il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino. E aveva pensato bene di scattare loro una foto col cellulare. La Carfagna aveva reagito battendo le mani e dicendole “brava, brava!”. La Mussolini, a sua volta, aveva replicato con un energico “Vergogna!” dovuto, ha spiegato più tardi la deputata, al fatto che la “Carfagna si deve vergognare per la liaison con Bocchino che sta mettendo a rischio il partito”.
Le “colpe” che Alessandra Mussolini attribuisce a Mara Carfagna sono due: “Lo spostamento di competenze sul termovalorizzatore” sottratto dal Consiglio dei ministri alle Province, e “il fatto che Bocchino nella finanziaria ha chiesto di spostare 20 milioni di euro al ministero della Carfagna”. Insomma, Mussolini accusa la collega di “fare accordi” col capogruppo di Futuro e libertà anche in vista delle elezioni per il sindaco di Napoli: “Non può tenere una gamba di qua e una di là – aveva avvertito la Mussolini -. Perciò quando li ho visti parlare in atteggiamento amorevole ho scattato la foto”.
Le ragioni di Mara. Da parte sua, il ministro delle Pari Opportunità, pur amareggiata per gli attacchi personali, aveva già dichiarato che la sua amicizia con Italo Bocchino “viene prima della politica” e che alle volgarità patite “da gente come la Mussolini” non avrebbe più risposto, “non ne vale la pena”. Quanto alle due questioni poste dalla Mussolini, Mara Carfagna si era così espressa. “A Salerno c’è il rischio che il termovalorizzatore non si faccia, a causa dello scontro tra Comune e Provincia. Sarebbe un danno enorme per quell’area. Per questo all’ultimo Consiglio dei ministri ho proposto di affidare le procedure a un commissario, nella persona del presidente della Regione Caldoro”.
Ma si erano ribellati Cosentino e Cesaro, i veri ras del partito in Campania. Di qui il secondo punto: la messa in discussione dei quadri dirigenti del Pdl. “Io mi batto per un partito vero – aveva detto la Carfagna -, autenticamente liberale e democratico, e non usato come uno strumento di potere a vantaggio di pochi capi locali che fanno il bello e il cattivo tempo. Perché questo è l’andazzo. A livello regionale e provinciale, il partito è governato con sistemi dittatoriali. Ed è chiaro che su questo c’è stata una sottovalutazione, se non un avallo, a livello nazionale…”.
Tema, quest’ultimo, per il quale Mara si è detta pronta lasciare il governo e lo stesso Pdl. E su cui oggi mantiene la consegna del silenzio, in attesa di risposte concrete dal partito. Anche se il ministro considera le ultime dichiarazioni di Ignazio La Russa (“Il problema Cosentino esiste”) un’apertura importante.
Il sostegno di Caldoro. E dopo la solidarietà di Franco Frattini e Maria Stella Gelmini, promotori della Fondazione Liberal, incassa anche l’aperto sostegno del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Il governatore non mette in discussione la lealtà di Mara Carfagna nei riguardi di Berlusconi, si augura che non si dimetterà e considera piuttosto “giusto darle delle risposte” perché “ha posto problemi di democrazia interna”. Caldoro definisce la Carfagna “una risorsa per la Campania” e in merito allo scontro Carfagna-Cosentino, aggiunge: “E’ necessario un rinnovamento della classe dirigente ma questo non deve essere mai fatto contro nessuno”.
Cirielli: “Cosentino corretto, Mara invece…”. Ora si attendono le mosse degli altri due coordinatori del Pdl Denis Verdini e Sandro Bondi – su indicazione di Silvio Berlusconi – di fronte al caso Cosentino. E quali sono i margini di manovra a Salerno, dove Mara Carfagna intende guadagnare visibilità e dove il presidente della Provincia Edmondo Cirielli le fa la guerra. Come dimostrano le sue dichiarazioni a Sky Tg24. “Mara Carfagna mi chiese di piazzare dei suoi uomini, che però a mio avviso non erano in grado di svolgere il ruolo all’interno della provincia. Cosentino, invece, non mi ha chiesto mai nulla, se non di segnare una discontinuità con il passato scegliendo tra le persone più capaci”.