Il MOS: “Basta con la strumentalizzazione delle scuole multiculturali e l’esasperazione del conflitto religioso. Ma no all’ingresso di vescovi, imam o rabbini a scuola: non vogliamo “insegnanti” di omofobia e sessismo, siano essi cattolici, musulmani o ebrei!”
Incredibili e vergognose le polemiche di questi giorni su scuola e religione. Dopo l’inesistente caso Rozzano, montato ad arte dalla Lega e riportato senza alcuna verifica su reale andamento dei fatti da tutta la stampa nazionale ecco che scoppia il caso San Donato. Una scuola considerata un’eccellenza in tema di integrazione viene messa alla berlina per aver considerato la visita del vescovo all’interno della scuola un po’ invasiva e di difficile gestione e aver proposto, in alternativa, un incontro in chiesa. Niente di strano, considerato anche il modo maldestro con cui è stato “imposto” l’incontro, senza richiesta ufficiale ma con semplice comunicazione del fatto. “Comprensibile”, ironicamente parlando, la protesta del consigliere di Forza Italia, ex AN, Giancarlo Carta. Allarmante invece il coro di condanne preventive dal mondo politico e culturale e, persino, da quello istituzionale. “Credo che la visita pastorale sia uno dei tanti riti di vicinanza che dimostri la volontà di incontrare, conoscere e ascoltare il prossimo e che non presupponga una scuola confessionale quanto una scuola aperta a tutti.” scrive Nicola Sanna motivando la sua contrarietà alla decisione della scuola. Decisione che, peraltro, dimostra di non conoscere per niente dato che non esiste alcun rifiuto all’incontro semmai il desiderio di organizzarlo in chiesa e non a scuola. Al Sindaco, espressione di una maggioranza di centro sinistra, che dovrebbe essere il sindaco di tutte e tutti, compresi coloro che vengono discriminati dalle religioni, rispondiamo con le parole degli studenti del liceo classico Azuni “Incontri del genere sono del tutto diseducativi o addirittura pericolosi e dannosi. Riteniamo pertanto che debbano essere evitati”.
Così scrivono gli studenti in una lettera, inviataci la scorsa settimana, in cui condannano senza appello la “visita pastorale” di mons Atzei avvenuta nella loro scuola lo scorso 19 Novembre. “L’omosessualità può manifestarsi nella prima parte della vita di una persona (ossia infanzia ed adolescenza) ma la maturità sessuale si raggiunge solo nell’eterosessualità” sostenne in quell’occasione il vescovo. Omosessuali quindi come immaturi e infantili a cui deve essere negato il diritto all’adozione, anche perchè “Non stiamo adottando un cagnolino, si adotta un bambino. Un bambino è una vita!”. Grazie monsignore di averci chiarito che i cani non sono creature di Dio e che le sue letture di psicologia si fermano a Freud: ma questo cosa ha a che vedere con il Natale?
Se per qualcuno era difficile capire le motivazioni dietro la decisione della scuola di San Donato di non rompere l’equilibrio faticosamente trovato tra le diverse culture, religioni e provenienze geografiche, per noi lo è ancora di più sapendo che ancor più delle altre religioni mons Atzei intimorisce e terrorizza gli studenti gay e lesbiche e crea un humus fertile all’omofobia ed alla discriminazione di genere.
“Avevamo pensato di evitare i riflettori e gestire la cosa con la scuola chiedendo al Preside un incontro “riparatore” così come richiesto dagli stessi studenti.” dice Barbara Tetti presidente del MOS “Ma dopo le polemiche degli ultimi giorni, compreso l’invito del sindaco di sollecitare la visita non solo del vescovo ma anche di altre professioni religiose, abbiamo ritenuto doveroso intervenire chiarendo perchè abbiamo sempre ritenuto sconveniente l’ingresso di esponenti religiosi, di qualunque religione, all’interno della scuola. Le istituzioni religiose” conclude Barbara Tetti “hanno i loro spazi per incontrare chiunque nelle occasioni che ritengono importanti.”
Abbiamo sempre rispettato tutte le religioni e, spesso, ci troviamo a difendere i musulmani dalla nuova ondata di razzismo che li ha investiti, pur consapevoli che l’islam ci condanna quanto e più del cattolicesimo. Ma il rispetto, sconosciuto in questo periodo di terrorismo mediatico e non solo militare, presuppone conoscenza delle diverse realtà e non indottrinamento religioso, per questo abbiamo sempre difeso l’idea di una scuola inclusiva, laica e non confessionale così come dovrebbe esserlo lo Stato e tutte le sue istituzioni, Comune e Sindaco compresi.