Milano: risarcito dal Tribunale il convivente gay, ma non è ancora ‘famiglia’

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Di Massimo Mele il 14 Ottobre 2011. Nessun commento

Con una sentenza che risulta una novità per il panorama italico, il Tribunale di Milano ha stabilito il risarcimento del danno al convivente gay per la perdita del suo compagno in un incidente

Primo piccolo passo della giurisprudenza verso il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali. Con una sentenza che risulta una novità per il panorama italico, il Tribunale di Milano ha stabilito il risarcimento del danno al convivente omosessuale per la perdita del suo compagno in un incidente stradale. Alla base della sentenza – pronunciata lo scorso 13 giugno e depositata il 12 settembre – l’insegnamento della Corte di Cassazione secondo cui il risarcimento a favore del convivente more uxorio sorge quando risulti dimostrata l’esistenza di una relazione “caratterizzata da tendenziale stabilità e mutua assistenza morale”.

Le tante coppie, omosessuali e non, che attendono da anni un riconoscimento da parte delle istituzioni, hanno sperato che questa decisione fosse il segnale che qualcosa stesse finalmente cambiando. Ma il giudice milanese si è affrettato a precisare che il provvedimento non equipara “in alcun modo la convivenza omosessuale alla famiglia, nè legale nè di fatto, nè ad un rapporto di coniugio foriero di precisi diritto e doveri riconosciuti dall’ordinamento”. Nessun richiamo neppure alle interpretazioni della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che, come dichiarato dal Tribunale, sono “estranei alla nostra carta costituzionale”.

“Non si tratta di riconoscere diritti simili o uguali a quelli derivanti da un matrimonio civile – ha ribadito ancora una volta la Corte – ma di accordare tutela ad una situazione affettiva e di convivenza stabile”. Insomma una vittoria a metà. L’ordinanza di Milano infatti, pur compiendo un gesto di rottura con un passato di totale diniego dei diritti delle coppie omosessuali, rigetta la sentenza n. 138/2010 della Corte Costituzionale che aveva già chiarito come, in base all’Art 2 della Costituzione italiana, una coppia formata da persone dello stesso sesso meritasse il medesimo riconoscimento giuridico di una coppia formata da persone di sesso diverso. La strada da percorrere sembra ancora lunga, e tutta in salita. (di Valentina Vitaletti)

Fonte Agenzia Radicale

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