Il cantante dei R.E.M. parla della sua sessualità e della situazione politica negli Stati Uniti
Michael Stipe spiega ancora una volta il proprio orientamento sessuale, definendosi omosessuale all’80%. Il cantante degli R.E.M. è impegnato nel consueto giro promozionale di interviste in occasione della pubblicazione del nuovo disco “Collapse into Now”. Il quindicesimo album degli R.E.M. diventa così motivo per discutere di molti temi, tra i quali anche la vita affettiva del cantante georgiano. Un argomento che affolla le cronache musicali da ormai due decadi, con un Stipe ancora una volta prodigo di nuove definizioni.
NON COMPLETAMENTE GAY – Al giornale inglese The Observer il frontman dei R.E.M. dichiara di sentirsi omosessuale all’80%. “Ho dormito sia con uomini che con donne, e preferisco sicuramente le persone del mio sesso. Apprezzavo comunque dormire anche con le donne fino a quando mi sono innamorato del mio fidanzato, con il quale sto insieme da ormai molto tempo.” Stipe confessa di non sentirsi confuso in materia di sessualità, ma di aver avuto difficoltà ad esprimersi in passato, perché non trovava un termine esatto per descriversi. “Odio la definizione di bisessuale, credo che non sia appropriato, è solamente un’altra etichetta.” In passato il cantante dei R.E.M. ha spesso fornito diversi indizi contraddittori, anche se è da ormai 20 anni che la sua omosessualità è diventata pubblica. Il timore della confessione derivava negli anni ottanta dal terrore inculcato dall’AIDS, un’epidemica che frenava la sincerità sul proprio orientamento sessuale. Un clima reso difficile dalle amministrazioni repubblicane, al cui interno alcuni esponenti suggerivano perfino i campi di concentramento per chi avesse contratto il virus dell’Hiv.
CONTRO IL TEA PARTY – Da sempre Michael Stipe si è impegnato per cause progressiste, scendendo in campo direttamente per alcuni candidati democratici alla presidenza come Dukakis e Kerry. Il cantante dei R.E.M. non manifesta grande entusiasmo verso Obama, anche se comprende l’esigenza dei suoi compromessi dopo i disastri dell’Era Bush. Stipe rivela anche di sentirsi abbastanza terrorizzato da come i media rappresentino il Tea Party, raccontato come una storia vera mentre è in realtà un prodotto delle manipolazioni di alcuni influenti media. Un attacco degli R.E.M. contro il nuovo movimento conservatore è però da escludere, visto che secondo l’artista americano si stanno già sparando nei piedi da soli.
da Giornalettismo.com