Matrimoni gay? In Sardegna “si può”

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Di Massimo Mele il 3 Ottobre 2014. Nessun commento

matrimonio gayQuesto matrimonio s’ha da fare! E’ questo che devono aver pensato Mario e Giorgio (nomi inventati ndr), due ragazzi di due piccoli paesi sardi, dopo aver constatato l’impossibilità ad iscriversi nel registro delle Unioni Civili di Sassari o Cagliari in quanto non residenti nei due comuni. Ma il desiderio di veder suggellata la loro unione, culminata in una felice convivenza, era così forte da spingere i due a cercare altre possibilità. Un suggerimento inaspettato arriva da Jessica e Michela, le due ragazze di Carbonia che lo scorso Dicembre sono convolate a Nozze a Napoli. Un matrimonio simbolico ma considerato da entrambe moralmente vincolante. Ad officiare la cerimonia era stato don Rosario Ferrara, sacerdote della Chiesa Cattolica Ecumenica, riconosciuta dallo Stato italiano, che approva i doveri coniugali tra persone dello stesso sesso. Jessica e Michela mettono i due ragazzi in contatto con don Rosario che si dice disponibile e i due decidono di compiere il grande passo: si sposeranno ufficialmente con un rito tradizionale sardo.

Jessica e Michela

Jessica e Michela

Mario ha fatto coming out da poco più di un anno. Sa che per i genitori non è stato facile accettare la sua omosessualità e il suo compagno, ma il desiderio di unirsi in matrimonio con Giorgio, con cui convive da tempo, è più forte di qualunque remora. “Non ho trovato grandi ostilità al nostro progetto” ci dice Mario “anche se diversi amici hanno mostrato molti dubbi”. “Perchè non vai all’estero? Qui il matrimonio non è riconosciuto. Butti via i soldi” gli hanno detto. Ma la differenza tra un matrimonio simbolico celebrato in Sardegna ed uno vero celebrato all’estero non è granchè, in ambedue i casi l’Italia non ne riconosce il valore legale, per cui i due prendono una decisione: meglio in Sardegna con i nostri amici e le nostre famiglie. La voce si sparge e le battute fioccano, tanto che il padre di Mario comincia ad avere dei dubbi che lo porteranno a disertare la cerimonia. “Peccato, ma spero che tra qualche tempo anche lui lo accetti” sussurra Mario. Mamme, familiari e amici invece saranno presenti alla cerimonia ed alla festa che segue, al lancio del riso ed alla rottura dei piatti e molti si commuoveranno durante l’omelia di padre Rosario durata circa mezz’ora. Prima del matrimonio un piccolo intoppo: in paese la notizia non è stata accolta benissimo e alcuni giovani si sono dati appuntamento nella piazza armati di uova e altre verdure da tirare ai “promessi sposi”. Piccolo cambio di percorso per evitare “l’imboscata” e Mario e Giorgio raggiungono senza problemi il ristorante in cui avrà luogo la cerimonia.

Padre Rosario durante il matrimonio

Padre Rosario durante il matrimonio

Da qui in poi è l’emozione a prendere il sopravvento, tanto che Mario sbaglia anche le parole della sua promessa. I due sono talmente emozionati che non riescono a trattenere le lacrime. Ma non manca l’ironia. “Fregato!” esclama Mario infilando l’anello. Giorgio, quando don Rosario chiede se qualcuno avesse qualcosa in contrario, si gira verso il pubblico con occhi severi e fa segno di stare zitti.
La cerimonia è finita, Mario e Giorgio si baciano. Il loro sogno è diventato realtà. Gli amici urlano e si complimentano, le mamme si asciugano qualche lacrima e abbracciano i figli. Un matrimonio è sempre un matrimonio.
“Mi sono trasferito a casa di Giorgio ma non ho spostato la residenza, anche se conto di farlo quanto prima. Ora inizia la nostra vita coniugale, per noi quella cerimonia è valida a tutti gli effetti. Se poi l’Italia si doterà di una legge sui matrimoni gay il nostro verrà riconosciuto senza ulteriori passaggi”. Un ultimo appello alle coppie gay e lesbiche: “Se sognate di sposarvi, fatelo! Non aspettate una legge che forse non vedrete mai. Quello che conta è il vostro rapporto e il vostro amore. Noi ora siamo una famiglia e nessuno potrà mai dire il contrario”. “L’amore vero sfida il mondo, va controcorrente, si preoccupa del benessere reciproco – scrive il sacerdote a commento della cerimonia -. Dio ce lo insegna. Il suo amore ha vinto, ha permeato la storia. E chi si apre a quell’amore, comprende il senso vero della vita: Croce e Resurrezione”.
Auguri da Mosinforma e speriamo che presto i matrimoni tra coppie dello stesso sesso vengano celebrati anche da Sindaci e preti comuni e non solo da pochi e coraggiosi pionieri come don Rosario.

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