Le unioni gay minacciano la famiglia? Il Governo la distrugge

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Di Massimo Mele il 15 Marzo 2011. Nessun commento

Dopo tutto questo parlare di difesa della famiglia ecco che il Governo dimostra quanto valore ha la famiglia nelle sue politiche: zero! E’ di ieri la notizia della minaccia di Giovanardi di lasciare la delega sulla famiglia in seguito al taglio di più del 90% dei fondi a lui destinati. Se le famiglie non arrivano a fine mese non importa, basta che siano etero e sposate in chiesa.

L’articolo di Repubblica:

Tagli alla famiglia, Giovanardi se ne va. Si sblocca nomina di Romano all’agricoltura

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio: “A fronte della decurtazione del fondo di più del 90% in tre anni, non sono in grado di esercitare la mia delega”. Presto il rimpasto di governo? Domani il premier al Quirinale per indicare l’esponente Pid che salvò la maggioranza il 14 dicembre e Galan ai Beni culturali

ROMA – I tagli firmati Tremonti continuano a scuotere il governo. La rigida politica economica imposta dal ministro dell’Economia provoca nuove tensioni all’interno dell’esecutivo. Oggi è la volta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi: “A fronte della decurtazione del fondo per la famiglia di più del 90% in tre anni, non sono in grado di esercitare la mia delega”.

Giovanardi precisa che “i 20 milioni che rimangono” al dipartimento della Famiglia “dovrebbero essere concordati con le Regioni. Non si può quindi far fronte alle spese obbligatorie, ad esempio per le adozioni familiari e per la legge sulla conciliazione casa-lavoro. E’ una situazione francamente insostenibile. Potrei dire polemicamente che non è vero che vengono fatti solo tagli lineari perché sul fondo della famiglia siamo andati ben al di là”. Con questo taglio “che non posso accettare”, conclude Giovanardi “il dipartimento non sarà in grado di fare le azioni di coordinamento e promozione”.

Lo strappo di Giovanardi si inserisce in una scia già tracciata. Ovvero il malumore per “lo strapotere” di Tremonti. Lo stesso Berlusconi, solo ieri, davanti alle proteste dei poliziotti per i tagli 1, si è difeso puntando il dito contro il responsabile dell’Economia. Per non parlare della cultura e della protesta che sale ormai da tempo. Ieri si è dimesso anche il presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, Andrea Carandini 2. La stessa scelta fatta dal suo predecessore Salvatore Settis.

Berlusconi vede Scajola. “E’ stato un incontro, come sempre, franco e cordiale. A me piace sempre unire e non dividere”. Così l’ex ministro Pdl Claudio Scajola riferisce ai cronisti del suo incontro, durato meno di un’ora, con Silvio Berlusconi, lasciando Palazzo Grazioli.

Ai giornalisti che gli chiedono cosa si aspetti dal faccia a faccia con il presidente del Consiglio, l’esponente Pdl risponde: “Riflettiamo”. L’ex ministro ha infine glissato sull’ipotesi di dar vita a gruppi parlamentari autonomi.

Rimpasto probabile. “E’ possibile” che si svolga domani Un incontro tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sui nuovi incarichi di governo. Secondo quanto si apprende, l’incontro avrebbe potuto esserci già oggi. Con ogni probabilità quindi, domani il capo dello Stato e il premier, impegnati comunque nell’avvio delle celebrazioni ufficiali per il 150* anniversario dell’unità d’Italia, si incontreranno sulla questione per poi, possibilmente, rivedersi successivamente per il giuramento dei nuovi componenti del governo. Si tratta, al momento, dello spostamento di Giancarlo Galan dall’Agricoltura ai Beni culturali e dell’arrivo al suo posto del responsabile Saverio Romano. Dovrebbe restare ancora vacante il ministero delle politiche Ue.

Intanto, sul fronte dei possibili cambiamenti nell’esecutivo, fonti qualificate della Lega fanno cpaire che non c’è “alcun veto” all’eventuale nomina di Saverio Romano (Pid) al dicastero delle Risorse agricole. E lo stessp Berlusconi, in serata, confermerà che domani da Napolitano farà i nomi di Romano e di Galan per il dicastero dei Beni culturali che Sandro Bondi sta per lasciare.

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