Il coordinamento delle realtà Queer di Sassari esprime vicinanza e solidarietà a Minerva Uzzau, figlia della vicepresidente Agedo, Daniela Sento, per la dolorosa vicenda che l’ha vista vittima di aggressione e violenza sessista e transfobica nella notte tra sabato 3 e domenica 4 agosto, a Porto Torres.
Minerva non è solo una giovane donna transgender ma una attivista che dedica molto del suo tempo ad informare e sensibilizzare su tematiche ancora oggi poco note o distorte da luoghi comuni intrisi di stereotipi e pregiudizi. Ha fondato a Sassari l’associazione Trans* Support che è diventata punto di riferimento per un gran numero di persone con varianza di genere o che non si sentono rappresentate dal paradigma sociale binario eterocisnormato, e fa parte del Gruppo Scuola del MOS (in collaborazione con Agedo, Ufficio CGIL Nuovi Diritti Sassari, Noi Donne 2005) per l’educazione al rispetto delle differenze e la prevenzione del bullismo omotransfobico. Parliamo, quindi, di una giovane donna consapevole, in possesso di solide competenze sociali e validi strumenti personali per affrontare le avversità e le molestie che ogni donna purtroppo mette ancora in conto, in una società misogina e patriarcale qual è la nostra, ma soprattutto ogni donna transgender, dato che l’omofobia e la transfobia vengono ormai sempre più esibite con orgoglio anche da esponenti della maggioranza parlamentare, del Governo e di altre istituzioni.
Ciononostante quella esperienza per Minerva e per le persone a lei care è stata dolorosa e impone a tutte e tutti noi di prendere posizione.
Sappiamo che la violenza e le discriminazioni di matrice omotransfobica sono diffuse molto più di quanto riportino i dati ufficiali. Infatti chi le subisce non denuncia perché può non trovare supporto nemmeno in famiglia e perché spesso non risulta credibile presso le forze dell’ordine.
Per questo apprezziamo il coraggio e la determinazione che hanno portato Minerva a scegliere di denunciare quanto accaduto e il suo gruppo amicale a rendere testimonianza, affinché vengano accertate responsabilità e venga resa giustizia.
Questo episodio può essere di esempio a tante persone ancora convinte che se hanno subito molestie, aggressioni, violenze, forse “se la sono cercata” o le hanno in qualche modo meritate, e che se vengono discriminate anche nell’ambiente lavorativo è perché non si sono conformate al contesto aderendo ad ogni abuso di potere. E può essere utile anche a chi ancora, soprattutto se socializzato uomo, crede che molestare in pubblico una giovane donna, farle i complimenti, metterle le mani addosso, palparla, deriderla se reagisce, filmarla per averla in pugno, significhi dimostrare al mondo di essere un “vero uomo”. Invece per noi significa dimostrare le proprie fragilità, essere incapaci di accettarle e gestirle e pensare di nasconderle schiacciando chi è meno fragile, più forte e per questo insopportabile.
Siamo associazioni attive per la parità di genere, l’educazione al rispetto di ogni differenza, la prevenzione della violenza e crediamo che ogni esperienza, anche dolorosa, quando si ottiene ascolto e giustizia sia occasione di crescita e cambiamento sociale, per questo invitiamo, sempre, a denunciare ogni forma di sopruso, di molestia, di violenza.
Sottoscrivono: Agedo Nord Sardegna- Sassari, Famiglie Arcobaleno, MOS- Movimento Omosessuale Sardo, Noi Donne 2005, Trans* Support, Ufficio CGIL Nuovi Diritti Sassari.
A CURA DI Maria Paola Curreli