Amnesty International chiede di non procedere all’espulsione di un ragazzo iraniano: “E’ gay, rischia l’impiccagione”. Il Tribunale: “In Iran gay non perseguitati”
ZURIGO – Le autorità elvetiche lo hanno espulso dalla Svizzera. Ha spacciato eroina e per questo motivo verrà allontanato dal nostro paese. Dovrà tornare in Iran. Un caso per nulla eccezionale. Tutto secondo la legge. Il caso però si complica. L’iraniano si dichiara omosessuale. L’omosessualità in Iran è punita anche con la pena di morte. E perciò il 35enne chiede il rispetto della convenzione sui rifugiati di Ginevra che vieta l’espulsione se la vita di una persona potrebbe essere in pericolo.
Il Tribunale svizzero che ha deciso l’espulsione ha motivato la sentenza spiegando che in Iran non sono conosciuti casi in cui si è stati condannati sulla base del proprio orientamento sessuale. L’omossessualità nella società iraniana, si aggiunge, “non è un fenomeno inusuale” e “non esistono segnali che parlano di persecuzioni sistematiche”. Insomma, in Iran, l’omosessualità è tollerata dalle autorità fino a quando “essa non si manifesti in modo pubblico e che urti la decenza”.
Inoltre nella sentenza viene riferito che l’iraniano è stato più volte in Iran con il suo fidanzato svizzero e che non ha mai avuto alcun tipo di problemi. Due i viaggi nel 2005. Amnesty International, invece, non condivide la sentenza. La sua condanna per spaccio di droga – secondo l’associazione – sommata alla sua omosessualità potrebbe costargli la vita. (TicinOnLine – Tio.ch)