Al grido di “Liberos, Respetados, aeguales”, lo scorso Sabato, Cagliari è stata invasa dai tanti colori delle migliaia di persone che hanno preso parte al primo Pride della storia della Sardegna
Un successo senza precedenti il Cagliari Pride, prima manifestazione sarda per l’orgoglio GLBT ma, sopratutto, per il diritto alla propria identità. Una manifestazione di liberazione che, in poche ore, ha cancellato i mesi di polemiche, critiche e attacchi che hanno accompagnato l’organizzazione dell’evento e che si sono sciolti come neve al sole del Poetto e dei suoi 40°. Chi si aspettava una buffonata o una sorta di carnevale di Rio con tette e culi al vento, s è dovuto ricredere e, in molti, hanno finito per lasciarsi trasportare dalla musica e dall’allegria di un corteo pacifico e festoso.
Ad aprire il corteo, dietro i motociclisti gay, lo striscione ufficiale del Pride con tutte le personalità presenti, dal sindaco Massimo Zedda ad Angela Quaquero, presidente della Provincia, Paola Concia, parlamentare del PD, Gianluigi Piras, assessore a Jerzu e autore di una delibera antiomofobia che ha fatto a lungo discutere e tanti altri. Poi lo striscione Rossella Libera, dedicato alla cooperante sarda rapita l’anno scorso in Algeria e, subito dietro, il grande carro dell’ARC, l’associazione GLBT organizzatrice dell’evento che, con i suoi 6000 watt di potenza, ha fatto ballare e divertire manifestanti e le e i tanti che affollavano i lati del corteo, spinti dalla curiosità e attratti da quella che è stata, a tutti gli effetti, una grande festa dell’amore a cielo aperto.
Da sopra il carro piccoli slogan, inviti ad usare il preservativo da mr Condom, baci e sorrisi delle diverse drag queen presenti e dai genitori Agedo accorsi da Sassari e Roma appositamente per l’evento. Molte le associazioni e i partiti che non hanno voluto mancare l’appuntamento. Il Movimento Omosessuale Sardo di Sassari, associazione che quest’anno ha compiuto 20 anni di attività sul territorio, era presente in forze con un proprio carro con sound system e la musica di Andrew Lo e Nikita Balli. Sopra una coppia di lesbiche, una in pizzo bianco e l’altra in cilindro nero, sventolavano un cartello con la scritta “Voglio avere il diritto di scegliere di non sposarmi”. Sul lato del carro diversi cartelli da “Babbo sono tran” a quello con l’immagine di Ratzinger e la scritta “Io non sono omofoba … sono invidiosa”.
E, intorno al lungo striscione arcobaleno che seguiva il carro, decine di bandiere con il logo dell’associazione, i 4 mori che si baciano, quasi a simboleggiare una Sardegna nuova, più libera e rispettosa di tutte le diversità. Poi le Femministe Nomadi Nelle Differenze con un grande striscione viola, la CGIL Nuovi Diritti con la scritta “Tutti diversi Uguali diritti”, Amnesty International, l’UAAR, i Giovani Democratici, Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista, Antispecismo Cagliari, I’m gay any problems, il gruppo internet di recente formazione, Ferai teatro con una vettura colorata con una bambina che reggeva lo scettro come per augurarsi un diverso futuro per le nuove generazioni.
E tanti cartelli, dal più classico “Mamma sono gay”, “Io esisto … ma per lo Stato no”, “Amare è un diritto umano” ai più militanti “Il nostro Pride contro i vostri Raid” o “Il desiderio non si norma” o ancora “Mettete Fioroni nei vostri cannoni … e sparatelo lontano”, fino a quelli più seri con alcune delle vittime dell’omofobia degli ultimi anni perchè “In molti Stati l’omosessualità è punita con il carcere e la pena di morte”. Pochissime le provocazioni mai accolte dai manifestanti, tranne il lancio di uova che ha colto il corteo quando ha deviato per evitare il tratto di spiaggia chiuso per via dell’amianto. A vigilare, ma in versione assai partecipativa, gli Angels della Sardegna che controllavano per eventuali malori da caldo o che animali o bambini non si avvicinassero troppo ai due carri presenti. Il grande corteo dell’inizio si è notevolmente ingrossato e in tanti hanno deciso di accodarsi. Molti i giovani ma anche le famiglie con tanto di passeggini e figli e alcune future mamme che presentano orgogliose il loro pancione.
All’altezza del Fico d’India la manifestazione si ferma, sono ormai le 20:30, e si abbassa la musica: è il momento degli interventi che si susseguono sul carro dell’ARC e che Mosinforma pubblicherà integralmente in versione video. Apre il sindaco Massimo Zedda, seguito dalla parlamentare Paola Concia, dalla Quacchero, Sandro Gallittu per la CGIL Nuovi Diritti, Massimo Mele per il MOS, Tiziana Di Benedetto per le femministe, Gianluigi Piras ecc.
Comincia a fare buio e il Pride volge al termine ma nessuno vuole tornare a casa e si riversano tutti in spiaggia o al Fico d’India dove La Trave Nell’Okkio e Dolomia si esibiranno in uno spettacolo interamente dedicato al Pride e, con loro, sul palco, gli esponenti dell’ARC che, finalmente, possono tirare un sospiro di sollievo e godersi il grande successo della manifestazione e della lunga Queeresima iniziata lo scorso 17 Maggio. Quaranta giorni di intensa passione per le libertà e i diritti di gay, lesbiche e trans e per una Sardegna più civile. Domenica su Facebook l’ARC scriverà:
“Non possiamo far altro che dire GRAZIE. Abbiamo dimostrato insieme che Cagliari è viva e ha voglia di cambiare, di crescere, di confrontarsi. Ieri abbiamo fatto un pezzo di storia della Sardegna.”
Ci vediamo l’anno prossimo
Un ringraziamento con un video omaggio dedicato da Nikita Balli
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