La provincia rainbow per le vittime di Orlando

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Di Massimo Mele il 15 Giugno 2016. Nessun commento

Centinaia di persone hanno preso parte alla manifestazione per le vittime di Orlando che si è svolta ieri in piazza d’Italia a Sassari.

provincia_rainbowLa Provincia illuminata con i colri dell’arcobaleno ha chiuso la manifestazione organizzata ieri dal MOS e da Diritti al Cuore DOC per commemorare le vittime  della strage di Orlando e del sessismo italiano. L’iniziativa, alla quale hanno aderito numerose associazioni di Sassari, intendeva ricordare le vittime della furia omicida che, nella notte fra l’11 e il 12 Giugno, ha portato Omar Mateen, cittadino statunitense di origini afghane, ad imbracciare un fucile ed uccidere 50 persone, ferendone altre 50, al Pulse, un noto locale gay di Orlando in Florida.

Le motivazioni del gesto non sono ancora note, ma è chiaro che l’attentatore è stato guidato da odio omofobico nella scelta del luogo e del “nemico” da abbattere. A differenza delle stragi di Parigi, in questo caso l’obiettivo non era lo stile di vita occidentale ma un preciso gruppo sociale: le persone gay. Per questo tutta la discussione su omofobia o terrorismo ci sembra molto poco interessante. Quali che siano le motivazioni politiche, se presenti, di sicuro sono chiare quelle psicologiche: l’odio verso le persone omosessuali. Un odio talmente forte da far pensare alla conseguenza di un’omofobia interiorizzata.

Per gli organizzatori la strage di Orlando è un atto di “terrore omofobico”, quali che siano i legami dell’attentatore che l’ISIS o altre organizzazioni terroristiche

“La cronaca degli ultimi giorni evidenzia come l’intolleranza, la brutalità, il mancato rispetto dell’unicità delle singole persone sia causa di un bollettino di guerra.” scrivono MOS e Diritti al Cuore “Persone gay e lesbiche uccise, aggredite, ridicolizzate; donne nel costante pugno di una spirale di terrore, prepotenza, prevaricazione”.

Pochi gli interventi tra cui quello di Massimo Mele, per il cordinamento Diritti al Cuore DOC e di Barbara Tetti, presidente del MOS che esprime solidarietà alle persone colpite da omofobia, discriminazione e violenza. Negli interventi e nella piazza è forte la rabbia nei confronti dei tanti seminatori di odio che ancora abitano il nostro mondo, a cominciare dai capi religiosi.

Una manifestazione che ha messo insieme le vittime dell’omofobia, della transfobia e del sessismo, o femminicidio, che in questi giorni sembrano bollettini di guerra. Tutti concordi comunque nel ritenere che l’indignazione non basta più e che la violenza si combatte solo con l’educazione al rispetto di tutte le diversità

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