Dopo l’attacco alla ricerca dell’Università Roma Tre, proseguono gli attacchi ai programmi universitari da parte della destra ultraconservatrice, che continua a diffondere disinformazione sulla cosiddetta “ideologia gender”. È del leghista Sasso l’attacco diretto al corso di studi denominato “Teorie di genere e queer” tenuto dal Professor Zappino presso l’Università degli Studi di Sassari.
Il deputato, dopo aver strumentalizzato ancora una volta i bambini per giustificare la risoluzione approvata dalla Commissione VII della Camera, mette in discussione la professionalità e le competenze del docente universitario, ponendo a nome del partito un quesito alla ministra dell’Università con l’intento di delegittimare il corso.
Vogliamo innanzitutto manifestare la nostra solidarietà al Prof. Zappino, che conosciamo e stimiamo non solo come docente, ma anche come uno dei luminari più attivi negli studi sul pensiero queer in Italia, con numerose pubblicazioni e la traduzione in italiano di importanti opere queer e femministe, come quelle di Judith Butler ed Eve Kosofsky Sedgwick.
Stima dimostrata anche dalla lettera aperta della rete GIFTS indirizzata alla Ministra Bernini, che in due giorni ha raggiunto quasi duemila firme di accademicɜ, studiosɜ, ricercatorɜ e attivistɜ italianɜ e internazionali, in sostegno di Federico Zappino.
La nostra vicinanza anche al Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza per aver preso parola in favore della dignità e del valore del Prof. Zappino, nonché di un ambiente accademico aperto e innovativo, degno di un Paese che ambisce a essere democratico e antifascista.
Ci preoccupa l’intento del governo che, anziché proporre soluzioni e azioni concrete contro violenza e abusi, presenta provvedimenti insensati e violenti, che al contrario diffondono odio e disinformazione. Questo avviene attraverso l’estrapolazione da un libro di una frase, con l’intento consapevole di decontestualizzarne il significato dal ragionamento critico dell’autore.
È significativo che le rimostranze di Sasso e del suo partito non derivino da un’analisi reale dei programmi universitari, ma giungano solo in seguito ad iniziative pubblicitarie riguardanti questi corsi.
In effetti, è difficile comprendere anche il passaggio nell’intervista in cui il deputato passa dal parlare di un corso universitario a parlare di bambini e famiglie, dimenticando che l’università è frequentata da persone maggiorenni, consapevoli e libere di scegliere se seguire o meno un determinato corso.
La destra, ostacolando studi e ricerca, non fa altro che contrastare il cambiamento culturale e sociale capace di costruire una società solidale nel segno della giustizia sociale. Questa è la dimostrazione che l’infondatezza scientifica risiede piuttosto nella retorica perpetrata dalla destra, la quale ignora la radice comune di ogni discriminazione sessuale, che è la violenza di genere perpetrata dalla cultura patriarcale e machista della nostra società.
Il contrasto all’educazione sessuale è una crociata ideologica che legittima e istituzionalizza la violenza di genere e gli abusi verso le soggettività che non rispondono al sistema binario difeso dalla destra conservatrice al governo.