L’omosessualità è una malattia. E anche masturbarsi fa male

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Di Massimo Mele il 24 Novembre 2010. Nessun commento

Nell’ultimo periodo le aziende americane che spacciano cure per “guarire” dall’omosessualità stanno facendo affari d’oro in Italia. Difese dal Vaticano e dagli zotici al Governo, queste truffe istituzionalizzate danno ai genitori false informazioni per sostenere la loro omofobia e alla Chiesa il paravento dietro cui nascondersi per coprire il marcio della corruzione e della pedofilia. Un finanziamento a loro è come dare un finanziamento ad un’associazione che si occupa di infibulazione, o ad una che fa guarire le donne dal loro carrierismo per irmetterle dietro i fornelli. Noi troviamo che finanziare con soldi pubblici delle associazione nate esclusivamente contro qualcuno sia non solo sbagliato ma totalmente discriminante. Ecco un articolo di Giornalettismo.com

Tra i progetti finanziati dalla onlus Trentino Solidale anche quello del gruppo Lot. Che si propone una mission assai originale: guarire i gay

L’omosessualità, almeno quella maschile, è una malattia. E una cura esiste.

NON SEI OBBLIGATO A ESSERLO!
– L’insigne dottor Joseph Nicolosi, psicologo, è uno dei tre fondatori del NARTH (National Association for Research an Theraphy of Homosexuality) di cui è stato anche presidente, e fondatore della Thomas Aquinas Psychological Clinic (in California), dalla homepage del suo sito internet avverte che “non sei obbligato ad essere omosessuale” e propone un metodo per diminuire le pulsioni omosessuali indesiderate e una “palestra” per sviluppare il potenziale eterosessuale. Il dottor Nicolosi è in grado di scoprire le cause dell’omosessualità e di fornire strumenti per contrastarla e combatterla. E sconfiggerla. Ma esiste anche un’altra importantissima risorsa, uno strumento fondamentale nella lotta a questa ferita dell’anima, a questo terremoto spirituale che devia il cammino naturale dell’uomo, che ne cambia la natura e lo distrare da ciò che è chiamato a fare. E questa risorsa inesauribile e potentissima è la preghiera. Ce lo spiegano pacatamente e compassionevolmente gli ospiti e i padroni di casa della francescana (nello spirito e nell’arredo) trasmissione “Vita che rinasce”, che potete trovare nel sito Gruppo Lot.

LUCA ERA GAY – E ci raccontano come uscire dagli abissi del peccato e della devianza dalla natura tramite Luca. Sì, proprio lui, quello che una volta era gay e che adesso sta con lei, che adesso è sua moglie. La psicologa Elena Spada ci spiega che la mancanza di una figura paterna, presente, decisa ma allo stesso tempo accogliente può creare dei traumi, può insinuare dubbi ed incertezze. La figura paterna è quella con cui il bambino si identifica e che segue, sui cui si modella. In sua mancanza, si possono verificare dei cedimenti lungo il percorso che ci è stato preparato. E infatti Luca non ha conosciuto tale figura paterna, per cui, quando gli ormoni hanno cominciato a far sentire la propria presenza e la propria voce, ha cominciato a provare attrazione verso il suo compagno di banco. La domanda fondamentale che la Dottoressa Spada pone ai giovani nei suoi incontri con i giovani sui giovani per i giovani è: “Cosa sto cercando io in questa relazione omosessuale? Cosa sto cercando io nell’alcol? Cosa sto cercando io nella masturbazione?” Che si traducono nella domanda “Di che cosa ho bisogno, io, realmente?” Per quanto riguarda masturbazione e alcol, io saprei cosa risponderle.

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