Si è concluso qualche giorno fa a New York il Vertice delle Nazioni Unite per la lotta contro l’Aids. I Paesi membri, Italia compresa, hanno sottoscritto una Dichiarazione che li impegna, entro il 2015, a dimezzare la trasmissione per via sessuale dell’HIV, dimezzarne la trasmissione tra le persone che si iniettano droghe, garantire che nessun bambino nascerà sieropositivo e portare a 15 milioni il numero delle persone in trattamento antiretrovirale (dai poco più di 6 milioni attuali).
Questa Dichiarazione arriva in un momento in cui l’assistenza internazionale per la lotta contro l’Aids è drasticamente calata, nonostante la maggior parte dei Paesi più duramente colpiti dalla pandemia dipenda ancora largamente dal sostegno dei paesi donatori. Gli Stati membri si sono quindi impegnati a colmare entro 4 anni il deficit finanziario per combattere l’Aids, che ammonta secondo l’UNAIDS a circa 6 miliardi di dollari l’anno.
Al vertice l’Italia ha presentato una relazione, attraverso il nostro ambasciatore presso le Nazioni Unite. Il documento dice che la lotta all’Aids è una delle priorità del nostro Paese, enfatizza il ruolo del Fondo Globale per la lotta a Aids, Tubercolosi e Malaria. Riconosciuto come “essenziale” per l’attuazione della Dichiarazione delle Nazioni Unite e per il conseguimento degli Obiettivi del Millennio, che comprendono il debellamento dell’Aids.
Peccato che fra i maggiori responsabili delle attuali difficoltà economiche del Fondo vi sia proprio l’Italia, che non paga la propria quota annuale dal 2009 (per un ammanco di 280 milioni di Euro) e che alla conferenza di rifinanziamento del Fondo per gli anni 2011-13 non è stata in grado di annunciare quale sarà il suo contributo.
Nonostante i ripetuti appelli fatti al governo in questi anni, dalla società civile nazionale e internazionale e dallo stesso Fondo Globale, che non hanno mai ricevuto una qualsiasi risposta. Con la cifra dovuta all’Italia, secondo lo stesso Fondo Globale, si potrebbero fornire farmaci salvavita a oltre 100mila persone che vivono con l’Hiv.
L’Italia sta mettendo in gioco non solo la propria reputazione e credibilità a livello internazionale, ma anche la vita di milioni di persone.
Il Governo italiano ha deciso di restare fuori da ogni azione internazionale di lotta all’Hiv/Aids. Silente all’interno delle istituzioni europee dove pure è chiamato a partecipare attivamente, incapace di accogliere le indicazioni di documenti ufficiali e letteratura scientifica, il nostro Paese ha evidentemente scelto di sottrarsi a ogni confronto in materia di lotta all’Aids.
All’Italia è offerto un importante palcoscenico internazionale, dal 17 al 20 luglio sarà infatti la sede della Sesta Conferenza sulla Patogenesi della International Aids Society (il più importante appuntamento globale con la Conferenza mondiale sull’Aids), speriamo a questo punto che il nostro Paese ci arrivi perlomeno coi debiti saldati.
Perché le promesse mancate uccidono.
Articolo di
Brunella Mocci – Presidente Lila Sardegna