Oristano, monsignor Sanna ha incontrato il sarcerdote accusato di abusi sessuali. Colloquio nel convento dei frati Cappuccini, dove il fondatore della comunità «Il Samaritano» è agli arresti domiciliari
ORISTANO. Si sono guardati negli occhi. Hanno parlato per diversi minuti, ma nessuno, se non i due protagonisti, conosce esattamente le parole che si sono scambiati. L’arcivescovo della diocesi oristanese, monsignor Ignazio Sanna, ha varcato ieri mattina attorno alle dieci la porta del convento dei frati Cappuccini, dove dal 28 dicembre è ai domiciliari il sacerdote don Giovanni Usai. Il fondatore della comunità per detenuti “Il Samaritano” di Arborea è accusato di abuso sessuale e di favoreggiamento della prostituzione, assieme a due cittadini nigeriani.
È stato il primo incontro tra il massimo esponente delle gerarchie ecclesiastiche locali e don Giovanni Usai. Un colloqui atteso prima della fine di dicembre, ma arrivato solamente ieri dopo l’autorizzazione del magistrato.
Al termine dell’incontro, è stata la stessa Curia a divulgarne parte del contenuto sia sul proprio sito ufficiale www.diocesioristano.it che su youtube, con un video girato dal sacerdote Ignazio Serra. Lo ha fatto attraverso una breve dichiarazione dell’arcivescovo, in cui monsignor Ignazio Sanna ha affermato di essersi comportato secondo «Il dovere di un padre verso il proprio figlio in difficoltà e in un momento di sofferenza. Bisogna stargli vicino – afferma l’arcivescovo -, io gli ho manifestato la mia solidarietà e la mia vicinanza». Poi un accenno alle condizioni spirituali di don Giovanni Usai: «È provato, ma ha fiducia e spirito di fede. Nel convento può concelebrare la messa assistito dai confratelli. Può vivere serenamente questa prova forte che il Signore gli ha dato».
Poi il riferimento alla diocesi e l’appello rivolto ai confratelli: «Ci dobbiamo sentire come una famiglia – prosegue l’arcivescovo -, dove si condividono gioie e sofferenze». Quindi ha ribadito «vicinanza e solidarietà» a don Giovanni Usai, ricordando che «è importante nutrire questo sentimento di solidarietà». Parole di conforto che, in una giornata importante anche dal punto di vista giudiziario, fanno il paio con la mossa degli avvocati difensori, Anna Maria Uras e Francesco Pilloni. Mentre don Ignazio Sanna incontrava don Giovanni Usai, è stata depositata in cancelleria a Cagliari la richiesta di riesame della misura di custodia cautelare.
La difesa, che aveva annunciato nei giorni scorsi di voler ricorrere contro il provvedimento degli arresti domiciliari, firmato dal giudice per le indagini preliminari Mauro Pusceddu su richiesta del pubblico ministero Diana Lecca che coordina l’inchiesta, ha fatto così la seconda mossa. La prima era stata compiuta il 31 dicembre con la lunga deposizione che don Giovanni aveva rilasciato allo stesso giudice. E la sostanza della richiesta di riesame ricalca e amplia la tesi che il sacerdote aveva evidenziato nell’interrogatorio di garanzia. Quella cioé di essere vittima di una sorta di complotto ordito ai suoi danni, probabilmente da chi non gradisce la presenza del Samaritano e le sue battaglie in favore dei più deboli. Entro 10 giorni, nuovi giudici dovranno dare una risposta. E dire se i testimoni sono affidabili oppure no.
Da La Nuova Sardegna