Il vescovo di Madrid sulla TV pubblica: “I gay andranno all’inferno”.

Di Massimo Mele il 7 Aprile 2012. 2Commenti

Madrid. Un vescovo spagnolo si scaglia contro i gay in diretta tv. “Vi assicuro che finiranno all’inferno”, dice Juan Antonio Reig Pla, arcivescovo di Alcalà de Henares (arcidiocesi di Madrid). Il prelato si riferisce “a quelle persone che oggi, sostenuti da tante ideologie, non si orientano bene nella sessualità e pensano fin da bambini di essere attratti da persone dello stesso sesso. E per comprovarlo, si corrompono o prostituiscono. O frequentano club per soli uomini”

Parole mirate e chiare, pronunciate nell’omelia delle celebrazioni del Venerdì Santo, tramesse in diretta nazionale dalla tv pubblica e rimbalzate dal web.

Dopo gli omosessuali il prelato se la prende anche con le donne che abortiscono “Una ragazza o una donna incinta”, ha anche aggiunto, “quando va ad abortire, esce dalla clinica distrutta, perché ha distrutto una vita innocente e ha distrutto anche se stessa”.

Il prelato è già noto alle cronache per aver stilato una vera e propria ‘guida’ per “curare l’omosessualità”. Ma anche per aver celebrato una messa in onore delle vittime del massacro di Paracuellos del Jarama, uccise dai repubblicani durante la guerra civile spagnola, con tanto di bandiera franchista sull’altare.

Le dichiarazioni pasquali del vescovo hanno suscitato viva indignazione tra le associazioni gay e laiche, nonché dal Partito Socialista. L’associazionismo omosessuale critica “l’esaltazione omofoba” e parla di omelia che “rasenta l’incitamento all’odio e l’apologia della discriminazione”. Per Antonio Hernando del PSOE le uscite del vescovo “dimostrano che la Chiesa aumenta la sua influenza quando governano i suoi”. Critica la volontà del Partito Popolare ora al governo di “reintrodurre la Chiesa e la sua morale al centro della vita politica” e l’attitudine integralista di diversi religiosi, che “si convertono in autentici ayatollah della morale cattolica”. Non mancano commenti caustici su internet, in particolare su Twitter, con tanto di hashtag per l’occasione: #clubdehombresnocturnos.

Fonti quotidiano.net, UAAR, repubblica.it