“Il Tar può azzerare la Giunta fatta solo di uomini”

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Di Massimo Mele il 27 Novembre 2010. Nessun commento

Le associazioni ricorrenti spiegano le ragioni e citano il precedente della regione Puglia

CAGLIARI. Si ispira a una sentenza del Tar della Puglia il ricorso per l’annullamento della giunta Cappellacci composta di soli uomini. In una conferenza stampa i ricorrenti hanno illustrato le ragioni dell’iniziativa. Il ricorso è promosso da Francesca Barracciu (Pd), dalle associazioni Fidapa, Amistantzia, Noi Donne 2005, Socialismo Diritti e Riforme, Articolo 21, dai consiglieri regionali Claudia Zuncheddu (Rossomori) e Chicco Porcu (Pd), dalle deputate Amalia Schirru e Caterina Pes (Pd), dal presidente della provincia di Cagliari Graziano Milia, dall’assessore comunale di Sassari Monica Spanedda e da una sessantina di cittadine. «Questa Giunta è non solo un’offesa per le donne ma un danno per la democrazia e per l’intero sistema sociale ed economico dell’isola», ha esordito Francesca Barracciu rimarcando che attorno a questa battaglia il consenso sta crescendo giorno dopo giorno. Barracciu ha specificato che si chiede l’annullamento della giunta e una ricomposizione rispettosa del principio costituzione delle pari opportunità. In attesa che il Tar si pronunci, si chiede la sospensione delle attività della giunta. Basato sull’articolo 51 della Costituzione e sul Codice europeo delle pari opportunità, il ricorso è supportato da una pronuncia del Tar Puglia che interpreta l’articolo 51 come norma immediatamente applicabile e vincolante, e non solo programmatica. Di inclusione e pari opportunità come propulsore del paese ha parlato Chicco Porcu citando le differenze come le vere ricchezze delle società più avanzate. «Cappellacci – ha detto – ha portato solo un’idea di cabina di regia fatta di un gruppo di uomini eccessivamente omogeneo per età, condizione sociale, genere dal quale ci possiamo aspettare solo risposte standard». La consigliera provinciale Rita Corda ha ricordato le numerose giunte anche di sinistra che non hanno donne, che incardinano un modello ormai vecchio che non tiene conto della composizione reale della società. In rappresentanza della Fidapa è intervenuta Rina Salis, rimarcando la trasversalità politica delle socie, compatte intorno alle ragioni dell’adesione al ricorso, e la gravità dell’assenza delle consigliere del centrodestra. Claudia Zuncheddu ha centrato il discorso sull’esigenza del contributo delle donne: «Dove ci vengono sottratti gli spazi, questi vengono sostituiti dalla violenza. Gli uomini non possono rinunciare al contributo delle donne». La presidente dell’associazione Amistantzia, Ivana Dettori, ha sottolineato come il modello di società in cui viviamo dipenda dalle istituzioni e dalla loro composizione: «Quel che è certo è che a partire da questo importante atto formale si inizia un cammino nuovo. La presenza delle donne nelle istituzioni ha riflessi immediati sui processi economici e culturali». Gianni Massa per l’associazione Socialismo diritti e riforme annuncia ulteriori iniziative.

Da La Nuova Sardegna

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