Il Sardegna Pride 2014, la manifestazione per le libertà e i diritti di gay, lesbiche e trans e per la piena cittadinanza di tutte e tutti, ottiene, finalmente, il primo riconoscimento dalla Regione Sardegna. Insieme ai patrocini dei principali comuni che già in passato si sono distinti per il riconoscimento delle Unioni Civili o per iniziative contro l’omofobia, come Sassari, Cagliari, Tissi, Banari e Bottidda e la provincia di Sassari, arriva il patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale. Dopo anni di totale silenzio sulla questione omosessuale, la Regione Sardegna, da pochi mesi guidata da una coalizione di centro sinistra, batte il primo colpo. “Speriamo che questo significhi un’inversione di rotta nelle politiche regionali. Intanto potrebbero cominciare da dove aveva interrotto Soru e ripristinare i mutui a tassi agevolati per tutte le coppie e non solo per quelle sposate” riferisce Barbara Tetti, del Movimento Omosessuale Sardo. “Aspettiamo Ganau e Pigliaru al corteo e sul palco del Sardegna Pride. Possibilmente per annunciare una legge regionale per le coppie di fatto ed un impegno concreto della Regione nella lotta all’omo/transfobia ed a tutte le forme di discriminazione e razzismo” aggiunge Massimo Mele, portavoce del Sardegna Pride.
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