Il partito laburista australiano del primo ministro Julia Gillard ha dato il suo appoggio ufficiale ai matrimoni gay. La decisione è arrivata oggi durante il congresso nazionale Labour a Sydney, in cui i delegati hanno votato a maggioranza la nuova linea ufficiale del partito, contraddicendo il premier Gillard, che sinora si è sempre opposta pubblicamente all’ipotesi dei matrimoni gay in Australia, soprattutto per paura di perdere i voti dei più conservatori. Gillard però è riuscita a far approvare dallo stesso congresso un suo emendamento che prevede libertà di coscienza dei deputati e senatori laburisti una volta che il disegno di legge andrà alle Camere (si prevede per l’inizio del 2012). Una mossa che molto probabilmente affosserà la proposta sui matrimoni gay, in quanto il Labour ha una maggioranza sottile in Parlamento, ora salita a tre deputati dopo le dimissioni dello speaker della Camera Harry Jenkins sostituito da Peter Slipper, ex Liberal (il principale partito di opposizione guidato da Tony Abbott) passato al partito di governo.
L’Australia, che ha legalizzato l’omosessualità ufficialmente nel 1994, attualmente vieta a livello federale i matrimoni dello stesso sesso e il principale argomento dei suoi oppositori si basa sul fatto che è contro la legge nazionale. Questo perché nel 2004 il governo Liberal del premier John Howard (storico alleato di George W. Bush nella “guerra al terrore”) ha approvato il Marriage Amendment Act, che definisce esplicitamente il matrimonio come “l’unione tra un uomo e una donna”. Tuttavia, le unioni omosessuali sono generalmente riconosciute in tutti gli stati del Paese. In quelli dove non c’è una legislazione scritta sono comunque riconosciute de facto dalle autorità locali per quanto riguarda sanità, assistenza e fisco, mentre altri come il Territorio della capitale australiana, Nuovo Galles del Sud, Queensland, Tasmania e Victoria prevedono ufficialmente le same sex unions. Inoltre, il governo australiano ultimamente ha intrapreso importanti provvedimenti contro le discriminazioni sessuali, approvando per esempio la dicitura “sesso x” (oltre a “m” e “f”) sui nuovi passaporti nazionali.
Il futuro politico di Julia Gillard, tuttavia, resta molto incerto. In Parlamento il partito laburista ha una maggioranza molto esile e spesso l’agenda della maggioranza di governo è dettata dai partner di coalizione, come i verdi e gli indipendenti. Il suo governo ha approvato leggi importanti come quella sulla Carbon Tax, ma Gillard è anche stata oggetto di molte polemiche che hanno fatto crollare negli ultimi mesi la sua popolarità. L’ultima è stata quella sul suo stipendio, che presto potrebbe superare addirittura il compenso annuale del presidente statunitense Barack Obama.
Fonte gaynews.it, IlPost.it