NUORO. In primo grado, con il rito abbreviato, era finita con la condanna a quattro anni per lesioni. Per il gup Vito Morra, il giovane siniscolese Salvatore Grecu, che oggi ha 22 anni, aveva tentato di accoltellare un giovane compaesano, fuori da un bar del centro, dopo averlo apostrofato in modo piuttosto pesante. E avergli dato del gay. «Ti stocco», ovvero ti ammazzo, gli avrebbe detto, il 9 novembre del 2006, prima di tirare fuori un coltello, una classica pattadesa, e averlo colpito alla pancia, allo sterno, e al petto. Ebbene, a distanza di anni dal fatto, sarà proprio attorno a quella lama che si giocheranno in gran parte le sorti del processo di secondo grado cominciato ieri a Sassari. La Corte d’appello, sollecitata anche da una richiesta del procuratore generale Stefano Fiori, ha deciso infatti di disporre una perizia su quel coltello con il quale era stato colpito il siniscolese. Nella prossima udienza, l’incarico per farla verrà assegnato a un esperto. La Corte presieduta da Mariano Brianda ha deciso infatti di disporre questo ulteriore accertamento evidentemente perché lo ritiene necessario all’accertamento della verità. La prova principe, sinora, infatti, rimaneva quella del riconoscimento fatto dal giovane aggredito al quale erano state mostrate un po’ di fotografie con alcuni sospetti. Per la difesa di Grecu, rappresentata dall’avvocato Gianni Sannio, questo riconoscimento in realtà non avrebbe “riconosciuto” proprio niente, perché la parte offesa, in quella occasione, aveva semplicemente affermato che due foto gli sembravano somiglianti al suo aggressore.
Valeria Gianoglio La Nuova Sardegna 6 Ottobre 2010