Arriva anche a Firenze la discussione sulla parità di diritti delle coppie di fatto e, quindi, anche delle coppie gay e lesbiche. La città toscana ha da tempo riconosciuto le unioni civili anche omosessuali ma senza attribuire loro alcun diritto. Un riconoscimento puramente formale, la semplice esistenza, e non l’impegno alla parità di trattamento così come a Sassari ed in alcune altre città d’Italia. Ora, alcuni consiglieri di sinistra ed IDV si sono accorti della perdurante discriminazione verso le coppie gay, dato che quelle etero i propri diritti possono farseli riconoscere in tribunale, e vorrebbero correre ai ripari. La riflessione sui diritti alle coppie gay è partita riflettendo sul regolamento per l’assegnazione degli alloggi popolari, regolamento che a Sassari fu modificato nel 1993, in accordo con l’allora Arcigay Sassari, inserendo come riferimento per il punteggio la famiglia anagrafica al posto di quella regolarmente sposata, affinchè fossero incluse anche le coppie conviventi sia etero che gay.
“Le coppie di fatto devono avere gli stessi diritti sociali di quelle sposate. Anche quelle omosessuali.” Scrive la Nazione, quotidiano fiorentino. “L’idea viene dai consiglieri comunali Tomasso Grassi, di ‘Sinistra e cittadinanza’, Eros Cruccolini, di ‘Sel’, Ornella De Zordo, di ‘Unaltracittà’, e Stefano Puccio, del ‘Gruppo Misto’, che oggi hanno presentato in Palazzo Vecchio un mozione per garantire parità diritti in materia di assegnazione di alloggi popolari, contributi, servizi socio-sanitari. Dello stesso avviso anche il capogruppo e il consigliere dell’Idv, Giuseppe Scola e Giovanni Fittante. “Speriamo che ci sia la volontà – hanno detto Scola e Fittante – da parte delle forze politiche di volere discutere questo atto che dovrebbe impegnare la collettività e le istituzioni al rispetto della persona al di la’ delle proprie diversita”’. ”Crediamo – aggiungono i due esponenti fiorentini dell’Italia dei Valori – che riconoscere a tutti i cittadini i propri diritti debba essere un principio ineludibile per un corretto svolgimento dell’attivita’ politico-amministrativa dei rappresentanti della collettivita”’. Nonostante tutto, questa mozione non è una novità. Già a Livorno il parlamento cittadino l’ha fatta propria e la sinistra sta cercando di proporla al resto dei principali Comuni toscani.”